Avventure di una schiava
Data: 26/04/2024,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: tom, Fonte: RaccontiMilu
... nostra conoscenza. In quegli anni, in fondo, non avevo alcun problema di denaro, e fra la paghetta che mi passavano i miei genitori e qualche lavoretto saltuario che riuscivo a raccapezzare qua e là, potevo anche permettermi il lusso di elargire un centinaio di euro al mese alla mia supposta proprietaria. Ciò che però non potevo tollerare è che Luciana, di BDSM, non conosceva proprio un bel nulla. Il suo concetto di dominazione iniziava e terminava nel dispensare insulti ai malcapitati slave. Un po’ poco per soddisfare la fame di sottomissione che mi portavo dentro. Dopo poco più di un mese di conoscenza, perciò, iniziai a cercarmi un’altra padrona. Purtroppo, il Paese in cui sono nata non aveva da offrire nient’altro che qualche esperto da tastiera e un’arida distesa di moneymistress pronte a succhiare la linfa finanziaria dei loro clienti. Fu questo a spingermi a interessarmi al mondo della dominazione d’oltralpe. Divenni un’avida frequentatrice di siti fetish e BDSM stranieri, e iniziai ad amare le storie delle perfide dominatrici russe, americane e orientali. Così, dopo non pochi ripensamenti, decisi di andarmene per la mia strada subito dopo la consegna del diploma. Avevo pochi soldi in tasca ma molto entusiasmo e una buona conoscenza dell’inglese, del tedesco e del francese. Stabilii che la mia prima tappa lontana dall’Italia sarebbe stata il Sud America. In quegli anni avevo maturata una vera e propria predilezione per i film feticisti brasiliani, in particolar ...
... modo quelli che toccavano il tema della dominazione lesbica. Li trovavo realisti, non troppo hard ma neppure edulcorati e artificiosi come certe sceneggiate italiane che infestavano la rete. E poi le attrici brasiliane, in special modo quelle che ricoprivano il ruolo di mistress, erano a dir poco superbe. Ragazze giovanissime e dai corpi perfetti, oppure donne mature dagli sguardi ammalianti e carichi di fascino. Per anni avevo fantasticato di trovarmi al posto delle loro schiave, a leccare suole sporche e a baciare natiche sode come marmo. Ma soprattutto, il Brasile mi dava l’impressione di essere un Paese libero da ogni inibizione sociale e sessuale, dove a ciascuno era data la possibilità di esprimere le proprie inclinazioni erotiche senza timore di essere catalogato come un malato mentale o uno stramboide da ricovero. Prima di lasciare Firenze contattai perciò uno dei siti feticisti che più mi avevano fatto sognare in passato; il suo nome era FetishBraz, e ad amministrarlo era una certa lady Soraya di Rio de Janeiro. Scrissi una mail all’indirizzo di posta elettronica indicato sulla pagina dei contatti, spiegando per filo e per segno la situazione nella quale mi trovavo; dalla mia innata passione per la dominazione alla ferma intenzione di prendere parte ai loro film. Non mancai naturalmente di domandare se le schiave venissero pagate per i loro servigi; senza una famiglia disposta a mantenermi, infatti, avrei dovuto provvedere al mio sostentamento in modo completamente ...