1. La mia vita da schiavo - cap 2- la firma del contratto


    Data: 18/04/2024, Categorie: Gay / Bisex Autore: gayms79, Fonte: Annunci69

    ... vedere in nessun modo.
    
    "Prego si accomodi sig. Silvani, l'aspettavo tra mezz'ora. Mi scusi ma ho ancora i residui del pranzo sulla scrivania. Mi perdoni tolgo tutto". Parlarono per una buona mezz'ora di lavoro. Poi sentii uscire di bocca il cazzo di Alessandro e lui che se lo rimetteva dentro la patta. Si alzò e i due uscirono per qualche istante dalla stanza. Rientrarono e continuarono con i loro discorsi. Poi qualcuno si rimise a sedere e tirò fuori di nuovo il cazzo. Aprii la bocca e lo ingoiai. Non ero un grande esperto, ma capii subito che non era quello di Alessandro! Quel che avevo dentro era il capitone del sig. Silvani! Non sapevo cosa fare. Rimasi un attimo bloccato. Ma le mani del cliente presero l'iniziativa per me e mi spinsero dentro in gola quel bastone fino in fondo tanto da provocare colpi di tosse e conati di vomito. L'intenzione era palese. Ero sopraffatto dai miei aguzzini e non potevo far altro che accontentarli. La poltrona arretrò e fui costretto a seguirla uscendo da sotto la scrivania venendo allo scoperto. Sentii altre due mani che mi toccavano il culetto. Poi una si staccò e mi prese per i testicoli tirandoli. Un grido di dolore cercò di uscire ma avevo ancora la bocca piena. Nonostante il trattamento sentivo crescere il desiderio e il mio cazzo era veramente duro. Forse era quello che mi piaceva? Essere trattato così da due uomini maturi. Come un oggetto.
    
    "Vedi come gli piace a questa sgualdrina il nostro tradimento, si è eccitato veramente ...
    ... tanto quando gli ho tirato le palle. Ha il cazzo di marmo" disse Alessandro.
    
    "Ah sì? Potresti assumerlo, potrebbe anche essere meglio dell'ultimo che hai avuto, e quello era veramente servile, eh!" disse il sig Silvani.
    
    "Lo avevo già intuito. E poi ha già firmato il contratto di lavoro. Oramai è mio, ahahah"
    
    Non capivo a cosa alludessero i due uomini e mi prese un po' di paura. Ma quel lavoro che mi aveva offerto mi avrebbe dato la possibilità di essere indipendente.
    
    "Bravo Federico, ho visto di che pasta sei fatto. Sei assunto. Manca solo la tua firma e poi, quando avrò sbrigato le ultime pratiche partiremo. Ci metterò due o tre giorni. Così hai il tempo di prendere le tue cose. Però adesso finisci questo lavoretto" e mi spinse la testa sempre più verso la verga possente del sig Silvani, il quale, eccitatissimo, eruttò caldi fiotti direttamente nella mia gola. Dovetti ingoiare tutto per non soffocare, ma qualche goccia uscì dai lati della mia bocca finendo sul pavimento. Pochi secondi dopo rimasi a bocca vuota e Alessandro mi prese per i capelli e spingendo la mia faccia in terra disse "non si spreca mai questa bontà e non si lascia sporco in giro. PULISCI!" imperò.
    
    È così feci, leccai tutto. Diligentemente.
    
    "Alessandro adesso devo andare, ti ringrazio per il regalo. Ci sentiamo presto e quando vuoi possiamo organizzare una cena delle tue. Lo sai che non manco mai"
    
    "Certamente, lo so che sei un affezionato. A presto" e come se io non esistessi, se ne andò ...