le disavventure di uno schiavo – puntata 8
Data: 08/04/2024,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Gay / Bisex
Autore: MattewSlave, Fonte: RaccontiMilu
... piacevole, per nessuno. Ma si gioca. Gianni segna l’1-1. Altri 2 gol, uno di Gianni e uno di Giovanni, su mio errore, ma ora cammino male. Il primo tempo finisce 3-1 per loro. Marco, nella sua ingenuità, pensando più di squadra, mi chiede di tornare in fascia con Giacomo. Io accetto, ma sono spaventato. Cerco di girargli a distanza di sicurezza, corro e riesco a fare il 3-2. La partita sembra quasi essere tornata normale. Ma a 10 minuti dalla fine Giacomo mantiene la promessa. Ho la palla io, la proteggo da un suo tentativo di prenderla. Ma di potenza mi calcia la gamba, come se ci fosse solo la palla per tirare in porta, ma la palla nemmeno la vede. E’ chiaro come il sole che ha fatto apposta. Urlo, cado a terra. I parastinchi, obbligatori in campionato, non li usiamo mai per partitelle del genere, contando sul minore agonismo e sulla nostra intelligenza a tirare indietro la gamba. Mi fa’ malissimo. Il segno della punta del piede di Giacomo si vede chiara sulla mia gamba, che sanguina leggermente. Ma è la botta a fare male. E comincio a zoppicare, a stento trattengo le lacrime. Esco, mi siedo in panchina vicino a Filippo a cui dico un semplice – Avevi ragione. – Francesco in buona fede pensa che sia stato involontario, ma Marco si avvicina e dice – l’ho visto. Ha fatto apposta, sicuro al 100% – Il calcetto finisce per me, non abbiamo cambi, giochiamo in 4 contro 5 e perdiamo 5-3. Giacomo se ne va, senza salutare nessuno e senza chiedermi scusa. Lo fa’ con calma, solo per ...
... controllare che nessuno venga da me a parlare dei suoi interventi di gioco o chieda di qualche fantasiosa ragione che possa aver portato a tutto ciò. In modo molto diplomatico, lui sente, dico che sarà stata la frustrazione della partita e del primo mio gol in cui l’ho provocato. Riesco a guidare la macchina per andare a casa, ma zoppico vistosamente quando scendo. Vado in camera, metto un sacchetto di ghiaccio sulla botta. Mi alzo dal letto lo stretto indispensabile. Mi addormento, come tutte le volte che sto poco bene, ho gli incubi. Sono solo con Giacomo, sto leccando i suoi piedi puzzolenti dopo il calcetto, in campo. Il puzzo è piacevole, lo ringrazio per quello che mi concede. Succh1o le sue dita una a una. Bevo il sudore delle dita. Lecco la pianta dei piedi. Mi ringrazia sputandomi in bocca. Poi mi giro, vedo che tutti i miei amici hanno assistito alla scena. Non dicono niente, sono perplessi. Poi lui mi mette le calze sudate in bocca, mi alza in piedi, mi tira lo stesso identico calcio di oggi pomeriggio. Stramazzo a terra in lacrime e gli altri, invece di difendermi ridono di gusto. Mi sveglio. Sono le tre di notte. Guardo il cellulare, illudendomi che ci siano delle scuse del mio ex-padrone e mio ex-amico. C’è un messaggio di Francesco però, su whatsapp – dobbiamo parlare. – Non me la sento – gli rispondo. – Devi parlarne. E’ una c4zzata, la storia della provocazione di oggi. Te le bugie non le sai raccontare, si capisce quando menti. – Domani non vado a Firenze in ...