1. La mia storia con lui - Capitolo 3


    Data: 05/04/2024, Categorie: Gay / Bisex Autore: aramis45, Fonte: xHamster

    ... finestra, mi vestii. Rinunciai alla calze bianche e scelsi invece quelle nere che andavano meglio col colore dei pantaloni, non presi la maglietta bianca che mia madre aveva lasciato sul letto. Indossai la camicia ricordandomi di lasciare slacciati i primi due bottoni. Non aveva colletto. Wow. Bello. Mamma finalmente cominciava a rientrare nel mondo. Da quando papà era morto, quando avevo quindici anni, avevo dovuto sorbirmi le sue vecchie camicie oxford rosa. Erano troppo grandi prima di tutto e, nonostante le avessi lavate più volte, l’odorato era ancora il suo. Quella era una camicia nuova, ci spruzzai dell’acqua di colonia e finii tutto il rituale. Scendendo la scala sentii Cati ridere e dire: “Sciocco, non stai dimenticando qualche cosa?” Mi girai e vidi le mie mutande nella sua bocca. Sembrava gli piacesse assaggiare ciò che aveva contenuto le mie palle. Erano state lavate? Io sorrisi.
    
    “Pensavo stessi aspettando in macchina?”
    
    “Ci hai messo maledettamente tanto tempo, Bruno.”
    
    “Bene poi, dove sono le chiavi?”
    
    “Nella macchina.”
    
    “Andiamo?”
    
    La presi sotto braccio e la guidai giù per la scala, baciai la mamma ed uscii.
    
    “Bello scherzo, Bruno dove è la macchina?”
    
    Decisi di allungare lo scherzo: “Oh. Mi sono dimenticato.”
    
    “Arriveremo in ritardo!”
    
    Panico. Lei non stava scherzando. E la macchina effettivamente non c’era.
    
    “Non so, Cat.”
    
    La serata finì lì. Lei gridò. E per una buona ragione anche: qualcuno aveva rubato la sua macchina. E ...
    ... naturalmente diede la colpa a me. Corse piangendo di nuovo in casa. Venne la Polizia. I nostri progetti per il concerto furono annullati. Cati pianse. Io la abbracciai ma non sentivo rimorso. Lei lo capì e mi guardò negli occhi: “Dio ti ha dato degli occhi blu meravigliosamente profondi, lo sai Bruno?”
    
    “Sì” Risposi.
    
    “Ma non ti ha dato cuore.”
    
    Lei andò via. Mia madre mi guardò interrogativamente quando salii nella mia stanza, la mia vita si stava sbriciolando.
    
    La nostra relazione era morta. Quello era un fatto che non potevo accettare. Quando lei perse la sua macchina, io persi lei.
    
    Arrivai tardi a scuola il giorno seguente, alla seconda ora ed ero ancora depresso. Storia non era mai stata il mio forte e non era servito che mia madre mi avesse trovato che dormivo sotto le coperte, non aveva creduto alla mia dichiarazione di essere influenzato. Mi sedetti vicino a Michele. Lui mi salutò con un cenno e tornò ad ascoltare l’insegnante che prese nota del mio ritardo. Feci rapidamente una lista mentalmente... quaderno ok... libro ok... Merda! Nel turbine degli eventi di quella sera, avevo dimenticato il compito. Un rapido colpetto mi portò a guardare alla mia destra versa Michele. Lui stava sorridendo con quel suo sorriso. Quel sorriso che aveva sempre afferrato l’attenzione di ragazze, ragazzi, a****li, libri... Io mi scossi dal mondo dei sogni e ricevetti un pezzo di carta dalle sue mani. Le sue mani... così morbide, delicatamente lunghe ed aggraziate, quelle di un ...