1. La mia storia con lui - Capitolo 3


    Data: 05/04/2024, Categorie: Gay / Bisex Autore: aramis45, Fonte: xHamster

    Capitolo 3
    
    Un colpo alla porta del bagno mi spaventò. Spensi la doccia. L’acqua finalmente aveva annullato i rimasugli delle molte scariche si sperma sul mio stomaco. Cazzo. Era tardi, ero sotto la doccia da trentacinque minuti. “Bruno” Mamma era dietro la porta: “Cati sta aspettando, fai in fretta!” Non potevo fare a meno di sorridere. Ancora una volta ero in ritardo per un appuntamento. Lei mi stava aspettando per portarla a quel concerto. Controlliamo il tempo... hmm... cinque minuti alle sei... ed il concerto era alle sette. Avevamo tempo.
    
    Le mie mani raggiunsero l’asciugamano giallo. Sorridendo e guardando in giù al mio corpo nudo, leggermente rosso, e cominciai ad asciugarmi. Lentamente, cominciai dai piedi che, sorprendentemente mi sembrarono deliziosi. La ruvidità dell’asciugamano mi diede un’erezione quando massaggiai lentamente il mio e scossi le rimanenti goccioline di acqua dallo scroto. Dopo fu la volta dello stomaco. Con disappunto notai che non avevo ancora raggiunto la mia meta di avere gli addominali ad asse da bucato che gli altri ragazzi della mia scuola esibivano nello spogliatoio. Dovevo cambiare la scheda di allenamento ed anche smettere di mangiare quei cioccolatini. Maledizione. Oh bene. Asciugai i peli biondo scuro appiccicati alla pelle umida, contro il mio torace, fermandomi in mezzo per pizzicare un capezzolo e poi l’altro.
    
    “Bruno!!!” Gridò la mamma: “C’è il tuo allenatore di calcio al telefono. Vuole sapere se sei ok. Ti sei allenato ...
    ... ultimamente?”
    
    “No mamma... no... non ci sono andato, esco fra pochi minuti. Digli che non posso parlare adesso.”
    
    “Ok.”
    
    Uscii dal bagno e feci il breve tragitto per andare alla mia stanza, superando mia sorella che stava dormendo sul pavimento e trattenendomi dal gridare dopo aver messo il piedi sulla sua Barbie. La mia luce era accesa. Strano. Pensavo di averla spenta prima di andare in bagno. Lo stereo stava diffondendo musica francese e nell’aria c’era il profumo di incenso di cocco che amavo tanto. Cosa diavolo? Nessuno dentro. Vuoto. Una candela bruciava sul mio davanzale con sfondo lo scuro dei boschi che circondavano la mia casa. Mi voltai per chiudere la porta.
    
    “Bu!”
    
    Gelai e gli occhi mi si allargarono per la sorpresa. Cati era lì con un sorriso da orecchio ad orecchio. Approfittando del mio shock, chiuse la porta a chiave e tirò via l’asciugamano avvolto intorno alla mia vita. Facendolo portò in vita il mio uccello che stava dormendo quietamente.
    
    “Woah. Scusa ma credo che al mio cazzo piacesse stare dov’era, coperto.”
    
    “No.” Disse lei prendendo aria: “Gli piace di più stare nella mia bocca. Perché non sta diventando duro?”
    
    “Perché ho appena fatto una doccia. Lascia che mi cambi o saremo in ritardo.”
    
    Lei fece scivolare fuori della sua bocca i 10 centimetri flaccidi, sorrise, aprì la porta ed uscì: “Ti aspetterò in macchina.”
    
    Io scossi la testa, perché non mi diventava duro? Rabbrividendo per l’improvviso colpo di vento freddo proveniente dalla ...
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