1. Il ricatto di un suocero depravato (parte 3)


    Data: 25/03/2024, Categorie: Erotici Racconti, Etero Autore: Pensieri_Osceni, Fonte: RaccontiMilu

    Ho passato quella giornata tranquillo e da solo. Come al solito ho ammazzato la noia e la solitudine con una lunga serie di seghe e sborrate, ma senza raggiungere il piacere toccato quando ad allisciarmi la mazza era stata Carmela.La sera, come sempre, ci siamo ritrovati per la cena. I miei figli hanno raccontato la loro giornata, mentre lei era taciturna. A me di ascoltare loro due non mi andava proprio, mi sono invece dedicato a osservare Carmela che sparecchiava. Le ho sbirciato i seni, che si sporgevano dalla scollatura non esagerata del vestito; ho immaginato i suoi fianchi sotto il tessuto e goduto le forme del culo quando ha dato le spalle per lavare i piatti. Mi sono eccitato come un porco e mi sono allontanato dalla tavola, l’ho chiamata con una scusa sussurrandole di aver lasciato il dvd compromettente nel lettore. Lei è sbiancata.– Sei pazzo! –– Adesso mi dai del tu. Bene, te lo concedo. –Le ho mostrato il telecomando.– Per adesso lo tengo io, ma se non fai quello che dico lo lascerò accanto al televisore, a portata di mano di tutti. –– E cosa dovrei fare? – Ha chiesto preoccupata.– Appena quel babbeo di mio figlio dorme devi venire a trovarmi in camera. –– Ma… –– Niente ma! O fai come dico o quel video finirà prima sulla mia tv e poi su quella diavoleria che piace tanto a voi giovani. Internet! –Lei ha reagito atterrita a quella possibilità e così, quella notte, dopo aver atteso che Vincenzo dormisse si è presentata nella mia stanza. L’ho attesa in poltrona, non ...
    ... volevo fare le cose sporche nel letto che ho condiviso per anni con mia moglie. Ho lasciato accesa la piccola luce sul comodino che rischiarava il letto vuoto mentre io stavo nella penombra, quando Carmela è entrata ha guardato perplessa il letto poi ha sussultato spaventata quando l’ho chiamata bisbigliando.– Oh, mi ha fatto prendere un colpo. –– Stai calma, piccola. Sei troppo tesa. Ora ti faccio sciogliere un po’… –Le ho ordinato di farsi scivolare di dosso la vestaglia e l’ho ammirata nuda, con quel corpo stupendo, le tette grosse e piene e la fica pelosa. Le ho fatto segno di avvicinarsi. Lei è avanzata timidamente, titubante. L’ho presa e tenuta stretta per il polso e l’ho tirata a me e mentre mi stava davanti immobile le ho accarezzato i ciuffi della fica.– Hai poco pelo qui. – Le ho sussurrato palpandogliela. – Però è morbido. La mia Concetta aveva una foresta nera, era un piacere allisciarla oppure affondarci il naso mentre leccavo la sua fica sempre calda e vogliosa. Ed è così che ti voglio: calda e sempre pronta a soddisfare tuo suocero! –Le ho infilato due dita nella fica e ho preso a muoverle, era tantissimo tempo che non le facevo scivolare in un posto tanto osceno e proibito ma agognato. Le ho sfilate e succhiate avidamente.– Oh che buon sapore! Quanto mi mancava il brodo di una femmina! Che odore! –– Se è sempre così allupato perché non ha preso moglie, dopo Concetta? O perché non chiama le puttane per sfogare i bollenti spiriti? –L’insolenza di quella ragazza ...
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