Diventare servi
Data: 25/03/2024,
Categorie:
Cuckold
Dominazione / BDSM
Autore: Luciomario, Fonte: RaccontiMilu
... capace. Poi passava con la lingua. Quando lo sentì addormentato Licia era più calma. Domani avrebbe iniziato a lavorare per loro due e alleviare un poco la fatica di il suo Dario e tutto si sarebbe risolto. La mattina seguente Licia si alzò presto, preparò il caffè per Dario e glielo portò a letto. Quando lui entrò nel bagno aspettò che si preparasse e prima che uscisse gli diede un bel bacio sulla bocca. -Oggi comincio a lavorare anch’io, vedrai, ti racconterò tutto. Aveva capito che Dario si eccitava a sentire le sue avventure e si preparava a raccontare tutti i dettagli della giornata per poi accogliere il suo sperma dentro di lei, in una delle sue cavità. Le piaceva che si scaricasse in lei, dava un senso a tutto quello che faceva. Dopo che ebbe riordinato la casetta si preparò per andare al lavoro. Non sapeva a che ora presentarsi, era meglio perciò fare presto. Si fece una doccia e si mise uno dei due abitini che possedeva, quello meno liso, di colore azzurro pallido. Era vecchio e le segnava tutte le forme, però era meno rovinato dell’altro ed il primo giorno era meglio presentarsi bene. Si pettinò accuratamente, mise le scarpette da ginnastica e scese nella locanda. Francesca stava preparando la sala da pranzo. Appena la vide le fece una smorfia e le disse di aspettare in un angolo. Quando ebbe finito andò da lei la prese per un braccio e la trascinò in cucina. -Gabriele, c’è la serva! Gabriele stava lavorando, non si voltò nemmeno. – Dalle tu le istruzioni che dopo ...
... la prendo io. Francesca sorrise. Le indicò una vestaglia scura che era appoggiata su una sedia. – Togli quegli stracci e metti su l’abito da lavoro. -dove mi cambio? Una sberla in piena faccia le fece capire che aveva sbagliato. Baciò devotamente la mano e tenne gli occhi bassi. -Posso cambiarmi? -La serva non ha lo spogliatoio, ti cambi qui. Tanto quelle tette e quella figa saranno sempre bene esposte, scema. Senza dire una parola Licia si spogliò dell’abito e indossò la vestaglia. si guardò bene dal chiudere la fila di bottone che aveva sul davanti, in attesa di istruzioni. Chiudi solo due bottoni. Le tette devi tirarle fuori senza perder tempo e se Gabriele ti vuole toccare culo e figa non deve aver fastidi. Capito? -Grazie. E per andare in bagno? Le arrivò in faccia un’altra sberla, forte. Baciò la mano e tenne gli occhi bassi per scusarsi e capire l’errore. -La serva non va in bagno. Va a pisciare o a cagare. Ricordatelo sempre. E devi chiedere il permesso. Non vogliamo che tu passi il tempo al cesso a sditalinarti. A proposito ti faccio vedere dov’è il tuo cesso. Fosse per me ti avrei fatto pisciare in cortile, come i cani, ma non si può più nemmeno con loro. La prese e la portò nel cortile esterno. In fondo c’era un gabinetto puzzolente, una turca da cui uscivano miasmi. Per entrare bisognava spostare delle cassette di birra. -Quello è il tuo cesso. Quando vai a pisciare lascia la porta spalancata. Una serva non ha intimità. I padroni controllano che da sola non faccia ...