Fantasie
Data: 21/03/2024,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Berto747, Fonte: Annunci69
... Thai Boxe, a livello nazionale ed europeo, decoravano a tutte le pareti della palestra.
Alex era una vera e propria leggenda nell'ambiente. Era ammirato e riverito da tutti i ragazzi. Le ragazze gli morivano dietro. Era un costante argomento di discussione. Personalmente, sperando di non farlo vedere, ero ammaliato e fantasticavo su di lui e su come sarebbe passare una notte insieme. Ma sicuramente a lui piacevano solo le ragazze, e non mi avrebbe nemmeno considerato, anzi, avrei avuto paura a proporgli un’avventura con me, chissà come avrebbe reagito.
Per il gestore della palestra, Alex era una fonte di promozione insostituibile, e lo lasciava libero di fare tutto quello che voleva, purché continuasse ad allenarsi lì. La sua notorietà attirava clienti di entrambi i sessi. Molti palestrati avevano un fisico ridicolo. Sembravano degli attaccapanni con troppi cappotti sopra. Ma Alex era un' altro pianeta. Aveva la linea e l'armonia di una statua greca. Era un corpo di una bellezza eccezionale. E poi, il viso! Era bello come un dio, con quei capelli lunghi e biondi che durante gli allenamenti acconciava a coda di cavallo. E quei lineamenti così aggraziati. Perfino quando, come in quel momento, aveva il viso contratto nello sforzo.
Alex si stava allenando davanti allo specchio, con la schiena rivolta verso la porta da dove lo stavo osservando. Teneva in mano un bilanciere carico all’inverosimile, almeno per me, e lo sollevava ripetutamente, descrivendo un semicerchio ...
... dalle cosce fino al mento, con la sola forza delle braccia.
Ripetizione dopo ripetizione lo sforzo era sempre più intenso, finché il bilanciere si bloccò a metà. Sembrava impossibile alzarlo di più. Alex irrigidì tutti i muscoli del corpo, lanciò un urlo animalesco, e infine il bilanciere lentamente si sollevò arrivando alla fine del suo percorso. Alex tentò un'ulteriore ripetizione, ma stavolta il peso non si alzò che di pochi centimetri.
Rimasi strabiliato quando vidi che Alex, dopo aver rimesso il bilanciere sul supporto, senza rifiatare un attimo, afferrò immediatamente due manubri e continuò lo stesso movimento, stavolta alternando il braccio destro e il sinistro. I due manubri erano complessivamente meno pesanti del bilanciere, ma io sapevo che non sarei stato in grado nemmeno di smuoverli. I bicipiti di Alex erano gonfi come due palloni da rugby. Continuò a fare su e giù come un indemoniato finché con una smorfia di dolore e un grido di disperazione non fu costretto a fermarsi, lasciando cadere i manubri rumorosamente a terra.
Esitai qualche secondo, nel tentativo di vincere la timidezza, prima di rivolgermi a lui, che stava recuperando seduto su una panca, ansimante. Mi uscì un'irriconoscibile vocetta acuta e stridula.
"Scusa...?"
Alex si girò di scatto e mi guardò con una certa sorpresa. Farfugliando titubante: "Scusami... io dovrei... cioè... la doccia... di là... l'acqua non..."
"Ah, sì. Hai ragione" rispose Alex. "Sono stato io a chiudere l'acqua ...