Intimità 2
Data: 19/03/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Bollentispiriti, Fonte: RaccontiMilu
... si esprimeva. Era anche la sua aspirazione, d’altronde, ma quest’idea l’irritò ancora di più. Che ci faceva lì? Salutò facendo ruotare le dita. Ladra, puttana! Di solito era addetta all’ufficio del personale. Per forza, con quel personale! Slanciata, alta sui tacchi vertiginosi, gonna moderatamente corta (e già, stava pur sempre in ufficio e doveva contenersi), perfettamente truccata (come faceva?), i capelli raccolti indietro in uno chignon morbido che le addolciva i tratti del viso, aveva due occhi che variavano dal blu intenso al verde cupo (Cazzo! Tutte le fortune con lei), avanzava come una tigre flessuosa nella foresta pluviale.
Quando la scorgevano il mondo zittiva. Era stata la donna delle pulizie in un’impresa esterna a contratto, prima di iniziare la scalata, e (chissà perché?) era stata assunta al Personale. O meglio, perché non bisognava avere requisiti professionali adeguati. Bastava una generica conoscenza per fare la dattilografa. E lei lo sapeva fare, e bene. Aveva imparato rapidamente a preparare schemi di orari e rilevazione delle presenze.
Donna intelligente (doveva ammetterlo, purtroppo)era passata a gestire le autorizzazioni per le missione e poi tutta la trafila fino a collaborare col capo del Personale per i trasferimenti del personale da un settore all’altro, da una sede all’altra. A quel punto non poteva andare oltre per difetto di preparazione giuridica e si limitava ad operare i controlli di routine con ampiezza di discrezionalità che la ...
... faceva temere da tutti. Fino ad allora non c’era stato nessun attrito con Nanà. Solo la fama che la precedeva le creava dei pregiudizi.
Bussò alla porta di Gianfranco e scomparve dietro. Evidentemente quel giorno aveva i denti affilati ed era in cerca di sangue fresco. Gianfranco era un buon uomo. O meglio, un uomo buono. Sincero, corretto, generoso, preparato e pieno di inventiva. Nanà non sapeva se era stato sposato o meno, ma a lei sembrava di sì. Doveva avere avuto un’esperienza non del tutto positiva. Buoni rapporti con tutti, ma a giusta distanza. Motivava molto i suoi collaboratori e pretendeva il meglio da tutti. Iniettava in loro la giusta, rispettosa familiarità che fa di un ufficio una squadra.
Cazzo! Proprio ora doveva rompere le uova, quella cogliona super carrozzata. Le salì il sangue al cervello. Quella stronza non doveva intromettersi! Appena si chiuse la porta, si alzò e andò a prendere la cartellina che conteneva i piani di programmazione della Hidalagrìcola. Cinque minuti dopo bussò anche lei alla porta del Capo.
“Siii?”. Era una domanda pletorica per dire che se n’era accorto della sua presenza. Era autorizzata ad entrare quando voleva. Lui sapeva bene che poteva essere solo qualcuno del suo ufficio a bussare, perché, chiunque altro sarebbe stato preannunciato dalla segretaria per dittafono. Quindi, si aspettava un volto noto. Nanà si affrettò ad aprire la porta, guardando verso la scrivania, in cerca del nascondiglio della belva feroce che fiutava la ...