1. Godere nella vergogna v


    Data: 14/03/2024, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    MIA
    
    Quell’uomo mi spaventava, i suoi modi erano una via di mezzo tra il gentile e il maleducato, tra il garbato e lo scortese, di certo era molto autoritario.
    
    Quando mi chiese di ballare non sapevo cosa rispondergli, guardai Rodolfo sperando in un suo cenno negativo, il suo assenso mi meravigliò, ma non più di tanto.
    
    Mio marito voleva che mi mettessi in mostra, mi voleva far sentire guardata, desiderata, voleva da me quello che io non avrei mai pensato di fare e di essere.
    
    Fui scossa, ebbi un attimo di rabbia, ma la soppressi, guardai Gaston e, con un sorriso, mi lasciai portare verso la pista di ballo.
    
    La musica era dolcissima e Gaston un ottimo ballerino.
    
    Non riconobbi quella musica, non l’avevo mai sentita, ma mi prese e mi lasciai trasportare chiudendo gli occhi.
    
    Ricordo poco di quei momenti, ma ricordo quelle mani che mi accarezzavano la schiena, che scendevano lentamente, che poi, alla fine, si posavano sulle mie natiche.
    
    Avrei voluto scostarmi, anche dargli uno schiaffo, ma non ci riuscii, avevo paura di una sua reazione forse anche violenta. Pensai che fosse meglio lasciarlo fare, prima o poi la musica sarebbe finita e mi avrebbe lasciata.
    
    Si strinse ancora di più a me, sentivo il suo respiro sul collo, il suo petto contro il mio seno fino a quando con un le sue mani con una pressione più decisa si appoggiarono sul mio sedere attirandomi a se e sentii il suo bacino contro il mio ed i suo sesso teso appoggiarsi contro di me attraverso il ...
    ... sottile strato di stoffa del mio esile vestito.
    
    Rimasi come paralizzata. Il mio cuore batteva a mille, ero confusa, non credevo potesse arrivare a tanto.
    
    Cercai con lo sguardo l’aiuto di Rodolfo, lo vidi, lo guardai, mi guardava anche lui. Lo vedevo fermo, immobile, ci guardava forse sorridendo. L’oscurità della sala mi fecero forse immaginare il suo sorriso, ma io pensai che stesse proprio sorridendo. Sentivo la mia forza di volontà svanire lentamente. Ballai, ballai, trascinata dalla musica e dalla sapienza di quell’uomo.
    
    Alla fine quel ballo finì e Gaston mi ricondusse al nostro tavolo.
    
    Mi sedetti, questa volta senza più preoccuparmi della gonna che era di nuovo salita.
    
    Ero ancora frastornata, ancora senza pensieri quando si avvicinò un signore anziano, ma molto elegante e disse a Gaston:
    
    “Ti porti sempre dietro delle belle donne.”
    
    E subito dopo gli chiese se potesse ballare con me.
    
    Guardai Gaston, mio marito, quel signore. Rimasi zitta, aspettavo una reazione da parte di mio marito o il diniego di Gaston, invece la sua voce, come se venisse da un posto rimbombante, con un tono quasi imperioso:
    
    “Il mio amico vuole ballare con te, avanti accontentalo”.
    
    Rimasi come frustata da quella frase, incapace di reagire o semplicemente di parlare. Mi alzai quasi con un automa e seguii quell’uomo.
    
    RODOLFO
    
    Compiaciuto nel averla vista ballare così sensualmente guidata da Gaston ma geloso nel vederla stretta con quella gonna sollevarsi al punto che non mi ...
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