1. Perenne freschezza


    Data: 16/01/2018, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... osservo il cronografo, mi sollecito nell’accelerare l’andatura per percorrere quanto più tragitto possibile riesca, lassù invero non c’è nessuno, però da dove mi trovo, scorgo nell’avvallamento là di sotto non molto distante da me della gente. Intravedo infatti persone sconosciute che s’intrattengono spassandosela in svariati modi, allorquando attraggono richiamando la mia concentrazione: chi si rincorre, chi salta, chi adopera la bicicletta, chi conversa, fintanto che m’accorgo d’una donna che come me ha preferito attuare la corsa.
    
    A seguito dell’intenso movimento compiuto io sono manifestamente accaldato, m’asciugo la fronte con il braccio e verifico il tempo segnato dal cronografo. Sto attraversando a ritroso il sentiero che conduce verso la vallata, nel tempo in cui distinguo a distanza una donna affrettarsi nella mia identica direzione, lei mi precede di circa centocinquanta metri, sicché io miglioro l’andatura per analizzare più soddisfacentemente da vicino la sua corporatura, perché all’istante la mia immaginazione divaga e vaneggia in libidinose, sfuggenti e triviali considerazioni. Appena mi trovo nelle sue vicinanze, rivolgendole una cordiale occhiata celermente le espongo:
    
    “Devo ammettere che hai un notevole incedere, molto bene, davvero brava” – le manifesto io giustappunto per ottenere un contatto.
    
    In quella circostanza io resto all’istante vivamente impressionato dal carisma di quell’inattesa marciatrice, perché è alta suppergiù quanto me, porta i ...
    ... capelli raccolti a forma d’una coda di cavallo, ha la corporatura d’una giusta proporzione, il didietro è compatto, le gambe sono toniche, assieme a una sfumatura da non sottovalutare, ha invero le caviglie ridotte. Quando lei mi vede rallenta sogghignando riservatamente, è anch’ella assai accaldata, sicché si ferma giovandosi della mia insperata indiscrezione dicendomi:
    
    “Pure tu non scherzi, non vai per nulla adagio” – mi risponde lei, ovviamente meravigliata.
    
    Io mi fermo a esaminarla, indossa uno spezzato di colore fucsia molto aderente, che mette in rilievo il seno e in notevole sporgenza il sedere. Intravedo con reale sbalordimento che non indossa le mutandine, poiché la fenditura della sua fica è apertamente individuabile a vista. Ambedue in quel mentre ci fermiamo boccheggiando:
    
    “Mi chiamo Michele, molto lieto” – le enuncio io stendendole la mano.
    
    “Tanto piacere, io mi chiamo Carmen” – si limita lei a esprimere, quasi meravigliata per quel trattamento.
    
    Nel tempo in cui le nostre mani sudaticce si stringono, io avverto un convulso e incontenibile pungolo, una lussuriosa esortazione di saltarle addosso. Ho il ghiribizzo di dominarla e di brandirla là in quel modo, così com’è, affannata, sfiancata, sudata e trafelata. Bramerei lambire ogni centimetro del suo favoloso corpo, annusare e assaggiare l’amarognolo e l’asprigno liquido del suo sudore, della sua intima essenza, del suo essere donna al naturale. In quella circostanza la squadro con un’intensità anomala e ...
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