1. Il prezzo della sottomissione (parte 3)


    Data: 11/03/2024, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti

    ... l’uomo più invidiato del ristorante”.
    
    Quel tipo era incredibile. Sapeva farla sentire importante e apprezzata tanto quanto sapeva farla sentire un oggetto. Più avanti avrebbe avuto modo di scoprire che come tale l’avrebbe trattata.
    
    Le piaceva quell’altalena nella quale lui la lanciava in aria esaltandola per poi farla scendere a terra, ai suoi piedi, come una schiava.
    
    Lui era già pronto e non la fece entrare in casa.
    
    “Togliti le mutandine e andiamo”.
    
    Non era una richiesta, ma un ordine impartito col tono di chi non si aspetta altro che l’esecuzione.
    
    “Qui sulla porta?”
    
    La guardò senza risponderle. Lo sguardo era fermo, quasi severo. Sembrava le stesse dicendo che lui non ripete due volte lo stesso ordine.
    
    Più avanti avrebbe scoperto che era esattamente così. Lui, il Padrone, non ripeteva due volte l’ordine. La mancata e perfetta esecuzione immediata le sarebbe sempre costata una punizione, il più delle volte coincidente col dolore, altre con vari tipi di privazione che portavano al controllo sempre più esclusivo.
    
    Si sentì in soggezione e quella sensazione, nuovamente, trovò ospitalità tra le cosce.
    
    L’arroganza, la sicurezza, il potere che emanava quell’uomo molto più anziano di lei, le dava un senso particolare e si sentiva soggiogata.
    
    Lo volle sfidare e, guardandolo negli occhi, senza curarsi se in quel momento stesse passando qualcuno, si levò le mutandine e le appoggiò a terra all’ingresso.
    
    Anche lui non le staccò lo sguardo e lei ...
    ... percepì che era di compiacimento nell’osservare l’esecuzione del suo desiderio.
    
    Quella bella giovane donna stava promettendo bene, come schiava.
    
    Lei provò a provocarlo con movenze sensuali del suo corpo, ma lui fece finta di nulla.
    
    Questa cosa tanto la mandava in bestia, quanto la eccitava.
    
    Lui la toccò solo mentre erano in auto, quando lei aveva abbandonato la provocazione anche perchè trovava umiliante (ma eccitante) essere ignorata.
    
    Mancava un chilometro al ristorante quando lui le posò una mano sulla coscia, come fosse cosa normale e, soprattutto, come fosse suo diritto. Sembrava, anzi, era un'affermazione di possesso.
    
    Lei allargò appena le gambe pensando che volesse salire.
    
    Più avanti ebbe modo di capire che quella sera lui aveva iniziato ad educarla, a farle capire che lei sarebbe stata una schiava e, in quanto tale, sempre e solo a disposizione delle sue voglie. Lei avrebbe dovuto essere solo passiva. Se avesse avuto voglia di usarla, l’avrebbe presa. Se non ne aveva voglia l’avrebbe lasciata in un angolo, in attesa.
    
    Così non salì verso la vagina ed ignorò il suo gesto, pur apprezzandolo.
    
    Era chiaro ad entrambi che lei voleva provocarlo e guidarlo tra le cosce. Per questo lui rimase fermo. Conduceva lui, non lei.
    
    Quella sera ebbe un primo serio assaggio dell’altalena, quell’insieme di sensazioni forti e contrastanti, in salita ed in discesa, in continuo alternarsi e che erano come docce fredde che la sconvolgevano.
    
    Non vi era abituata ed era ...