Il culo no 2
Data: 25/08/2018,
Categorie:
Etero
Autore: edipo46, Fonte: Annunci69
... capire come toccarla nei punti giusti al momento giusto, senza fretta, senza esagerare, così da portarla gradualmente, in un crescendo di sensazioni, al massimo piacere dell’orgasmo finale che immancabilmente raggiunge con la stimolazione orale del clitoride.
Come sempre, anche questa volta, si è distesa supina sul letto con le braccia lungo il corpo e le gambe leggermente divaricate. Io invece mi sono messo alla sua destra, di fianco. Delicatamente con la mano le ho accarezzato il ventre, all’inizio nella zona immediatamente sotto l’ombelico poi, con movimenti circolari un po’ più ampi, sono salito fino a lambire la pelle bianca e vellutata della parte inferiore del suo seno.
Dopo un po’ la mia mano si è spostata dal ventre alla tetta sinistra. Qui ho iniziato a pizzicarle il capezzolo con il pollice e l’indice, tirandolo leggermente, con piccoli scatti, verso l’alto, in modo da farlo indurire il più possibile. Contemporaneamente con la bocca le succhiavo il capezzolo destro. A questo punto lei mi ha preso in mano il cazzo per masturbarlo con movimenti lunghi e veloci, come fa di solito. E come al solito, cercando di rimanere freddo e distaccato, ho spostato il bacino un po’ più indietro, in modo da evitare lo scappellamento completo del glande e contenere il più possibile il salire della mia eccitazione.
Quindi ho spostato lentamente la mano destra dal seno al pube, e con le dita sono sceso ad esplorarle quella foresta di morbidi peli alla ricerca della ...
... fenditura sottostante.
Dopo aver velocemente inumidito le dita nel suo succo caldo, con il medio ho iniziato a sditalinare il clitoride, ormai diventato turgido e duro come un piccolo bottoncino di madreperla.
“Non resisto più! Leccami la figa!”, mi fa lei ansimante dopo qualche minuto.
Pronto ad esaudire i suoi desideri mi sono allora inginocchiato sul pavimento e l’ho fatta coricare nell’altro senso, con le natiche vicine alla sponda del letto, le gambe aperte e leggermente sollevate in modo che la vulva, esposta in tutta la sua estensione, fosse pronta ad accogliere la mia bocca avidamente assetata del suo umore vaginale.
Il leccare la figa in questa posizione mi consente una maggiore libertà delle braccia e quindi riesco, contemporaneamente e con estrema facilità, a toccarle e titillarle i capezzoli, pratica questa che la fa letteralmente impazzire tanto che, normalmente, non impiega mai più di cinque minuti per arrivare all’orgasmo.
In questo caso però il mio obiettivo era quello di usare le palline thailandesi e quindi, mentre le leccavo il clitoride, gliele ho prima infilate in vagina per una sana e preventiva lubrificata poi, senza indugiare troppo, anche nell’ano.
Per un attimo la sua pelle è stata sfiorata da un leggero fremito di imbarazzata tensione poi, passato il momento di sorpresa, con un lungo ed intenso gemito ha sollevato un po’ le gambe e si è allargata le natiche con le mani in modo da favorire una penetrazione più completa. Cosa che io ho ...