1. L'incantesimo della strega (4° parte): sconfitta


    Data: 27/02/2024, Categorie: Lesbo Autore: Ermesincuriosito, Fonte: Annunci69

    Quella notte abusammo più volte di Beatrice, che continuava ad aver orgasmi come in preda ad un demone della lussuria.
    
    Le nefandezze di quella notte sotto la guida perversa di Giulia sono impossibili da raccontare, per quanta la vergogna che provo ogni volta che ci ripenso.
    
    Io ero lì col corpo, ma non con la mente, ero come in trance, come se la mia anima avesse lasciato il corpo e lo guardava schifata mentre strappavamo l'innocenza di Bea.
    
    Giulia la violò analmente e vaginalmente più volte con i sui vibratori, prendendole ogni verginità.
    
    Il primo ricordo lucido che ho è quello dell'orologio in bagno che segna le 8:05, di me che mi faccio la doccia e come un automa mi vesto per uscire e riprendere la normale routine.
    
    Giulia uscì dalla stanza ancora assonnata, venendomi incontro. Indossava una semplice camicetta da notte, nessun intimo. Dal suo intimo proveniva un insopportabile odore di umori, urina, saliva, sangue. Mi fece schifo.
    
    Non avevo il coraggio di guardarla. Davo a lei la colpa di tutto, quasi credendo mi avesse stregata per davvero.
    
    Provò a toccarmi.
    
    Con uno schiaffo scansai la mano.
    
    "Tutto ok?" Mi apostrofò parecchio infastidita.
    
    Con gli occhi in lacrime, trovai la forza di vomitare addosso la mia frustrazione "No! Quello che abbiamo fatto, che mi hai fatto fare è sbagliato, orribile. Io non sono così, non voglio esserlo! Non voglio mai più vederti" le vomitai addosso.
    
    "Dai, che dici, abbiamo passato una serata piacevole" ...
    ... ghignò Giulia.
    
    Il suo sorriso mi mandò ai nervi. Scattai. E le diedi uno schiaffo sul viso.
    
    Non avevo mai alzato un dito in vita mia. Non avrei mai voluto farlo..non sapevo cosa mi avesse preso.
    
    Mi vergognai ancora di più di me stessa.
    
    Prima che potesse aggiungere altro corsi via, in lacrime, diretta in università provando a cercare rifugio nello studio.
    
    La mattinata non fu affatto proficua. Invece che pensare al diritto internazionale, non facevo altro che pensare a quello che avevo fatto e a mia cugina.
    
    Oddio Bea..l'avevo lasciata lì da sola. Ma cosa avrei potuto dirle? Con che faccia potevo chiederle perdono?
    
    Simona, la mia tutor universitaria, mi vide scossa, provo ad aiutarmi posandomi una mano sulla spalla e chiedendomi se andasse tutto bene. Scattai anche con lei urlandole contro, per poi rendermi conto della stupidità del mio comportamento. Corsi via dall'università, anche da lì in lacrime, mente sentivo qualche voce dire "Ma che ha?" "Ma è pazza?"
    
    Inebetita da questo turbinio di emozioni negative e fallimenti, mi trovavo a girovagare per la città, senza una meta, persa la cognizione del tempo e dello spazio.
    
    Ferma al semaforo senti un clacson ed una voce chiamarmi "Marta? Ma che ci fai qui? Tutti bene"
    
    Era Giulia
    
    "Oddio ma che è successo?" Mi chiese vedendo il volto segnato dalle lacrime. "Dai salta su!" Mi invitò.
    
    Stupidamente accettai.
    
    In macchina non le rivolsi la parola. E anche lei fu al quanto silenziosa ma il tragitto fu ...
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