La Ragazza di campagna diventa schiava
Data: 20/02/2024,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Dominazione / BDSM
Lesbo
Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu
... poco non svenne nuovamente. Sara vide il viso infuocato della serva, i suoi occhi stravolti ed intuì quanto fosse pronta. Iniziò a picchiarla sul culo, dapprincipio colpi lenti e non molto forti, mentre con la mano continuava a rovistarla. Poi allargò le grandi labbra e cominciò ad accarezzarla nell’interno. Non smise di picchiarla, anzi i colpi divennero più forti. Sara insinuò le sue piccole ed abili dita tra le piccole labbra di Rosa, che non lo aveva mai fatto. Rosa era fradicia d’umori e continuava a colare come una fontana. Sara insinuò un dito nella vagina della serva, e si fece largo, trovò l’imene e Rosa per un istante sentì un dolore acuto e sordo che la fece ingobbire. La padroncina ritrasse il dito e la serva riprese a respirare. Sara continuò ad accarezzarla sulle labbra, poi raggiunse il clitoride e si concentrò su quello. A quel punto Rosa iniziò a vibrare come un’epilettica ed a dire frasi senza senso come: – ancora, ancora … – e – ti amo, ti amo, … – Il tutto mentre Sara ora la bacchettava sul sedere rosso come un pomodoro sempre più forte, ma il dolore era lieve di fronte al piacere che la serva stava provando. Anzi, anche se in quel momento Rosa non se ne rese conto, ne era un gradevole complemento. Poi per la seconda volta nella stessa giornata si accasciò al suolo.
– E brava la mia vacca. Oggi hai già goduto due volte ed io nessuna. Tirati su e datti da fare. ‘ Rosa si tirò su e non fu facile, pensava di essersi trasformata in gelatina, ma non sapeva ...
... cosa doveva fare. Sara sollevò la gonna e si tirò giù le mutandine. La levò dall’imbarazzo dicendole: – lecca. – Rosa era sempre in ginocchio, si chinò su di lei ed intuendo cosa la signorina desiderava iniziò a leccarla sulla vulva. Poi guidata dalla padroncina insinuò la lingua nelle grandi labbra e quindi presa dal gioco sempre più in dentro. Sara non era molto pelosa, ma per i peli la serva provò fastidio, cercò di non pensarci e insinuò la lingua oltre le piccole labbra, la tenne rigida e la scopò come la padroncina le ordinava di fare. Rosa, ancora una volta obbedendo agli ordini della signorina, tirò fuori la lingua dall’orifizio e la lappò sul clitoride. La marchesina venne, le conficcò le unghie sulla nuca e le tenne la bocca incollata alla vagina. Infine la padroncina si riprese e le ordinò di ripulirla di tutti gli umori che aveva emesso. Sara si accese una sigaretta e domandò alla sua giovane serva. – Ti è piaciuto? – – Ohm sì, Sara, moltissimo ‘ rispose Rosa mentre si leccava le labbra, era un sapore piacevole. Sara le soffiò il fumo in faccia facendola lacrimare. – Non mi chiamare mai più Sara e non mi dare del tu, quando saremo sole chiamami padroncina e quando ci saranno altri chiamami signorina. Capito. – Rosa non riusciva a capire perché veniva trattava a quel modo, erano amanti e dovevano volersi bene, ma non voleva litigare, forse quel modo di fare era parte di quel nuovo gioco che iniziava ad apprezzare. Si sentiva grande, si era innamorata e voleva ...