1. Lampi di azzurro sotto il cielo vaniglia


    Data: 18/02/2024, Categorie: Etero Autore: hydemoon2011, Fonte: Annunci69

    ... poi si siede rimanendo cone le gambe fuori dall’abitacolo. Mi guarda dal basso, la pelle chiara, arrossata sul petto, i seni nudi e lucidi dei miei baci, i capezzoli scuri e turgidi, il reggiseno ridotto a sottile striscia di stoffa, la camicia, aperta come un sipario strappato. È bellissima, è iconica silouhette di lussuriosi appetiti.
    
    Stringendo la sigaretta tra le labbra le sussurro: “Ho visto come mi guardavi prima. Dove cadeva il tuo sguardo quando eravamo nel parcheggio, seduti in macchina. Perchè allora non prendi ciò che desideri? Sbottonami i pantaloni e tiralo fuori !”
    
    La patta è di nuovo gonfia e la stoffa delinea l’eccitazione messa di traverso, scabrosa presenza a stento celata e pronta per essere messa a nudo.
    
    In piedi davanti a lei la osservo protendere le braccia verso di me. Con il palmo della mano accarezza la protuberanza, ne segue la linea e poi ne tasta la consistenza attraverso i pantaloni stringendola tra le dita. Aspiro un’altra profonda boccata di fumo mentre lei inizia a sbottonare. Fa correre la cerniera verso il basso, scosta i lembi e prima di abbassare la stoffa dei boxer, ripete il gesto, accarezza e stringe con più veemenza provocandomi un fremito mentre faccio defluire il fumo in una tesa colonna biancastra che si disperde rapidamente sospinta dalla leggera brezza.
    
    L’eccitazione è ora nuda, esposta ma ancora adesa al ventre. Lei la fa scivolare fuori, delicatamente, liberandola dalla stoffa. L’aiuto abbassando i pantaloni che, ...
    ... sostenuti dalle postura, rimangono sospesi a metà coscia.
    
    “Stringilo forte!” ho la voce irrochita dal desiderio e dal fumo della sigaretta. Lei lo cinge. “ Di più...stringilo di più!” Sento la pressione, le vene sono come torrenti in piena dopo un acquazone estivo, si gonfiano e si palesano diventando fitta ragnatela sul desiderio pulsante. Gemo mentre penso a quanto mi eccita sentire dita affusolate che si aggrappano al mio desiderio rendendolo oscenamente gonfio.
    
    Appoggiandole una mano sulla testa, dopo aver infilato le dita tra i capelli, la induco ad avvicinarsi. Lei, golosamente, sta già schiudendo le labbra pronta a scoprire il sapore della mia mascolinità quando la blocco, trattenendola a pochi centimetri dalla sua preda. Mi guarda dal basso. Sul viso campeggia un esperessione perplessa. Il suo sguardo sembra dire “perchè? Ho fatto qualche cosa che non va? Lo voglio, non privarmene ora che è così vicino”.
    
    Rispondo a quella silenziosa supplica dicendo: “Non in bocca, non ancora. Voglio che prima te lo strofini sul viso.” L’azzurro degli occhi ha un guizzo. Concupiscenza e abbandono si intrecciano mentre inzia ad accarezzarsi usando la mia carne come fosse un caldo oggetto del desiderio o come uno strumento di vanità da usare sulla pelle per dare sfumature di lucida lussuria al viso su cui campeggia un esperessione estatica . Prima le guance, poi il mento, ovunuque ad eccezione della bocca. Muove la testa ruotandola sul collo. La lascio libera di fare ma senza ...
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