1. Un rappresentante sposato


    Data: 15/02/2024, Categorie: Cuckold Etero Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu

    ... più avanti, qualunque cosa sia. Vorrei dire “Basta!”, ma poi mi vengono in mente le allusioni al nuovo lavoro di Sergio… Decido, fin che riesco!, di assecondare questa gente. François mi porge un grembiulino, di quelli bianchi d cameriera di casa facoltosa, io lo guardo interrogativamente e lui mi da uno schiaffo! Non forte, ma comunque doloroso perché inaspettato! Lo guardo stupefatta e lui ride: «Dai, ‘Signora’ –quanto sarcasmo in quel termine… quasi cattiveria, anzi!- mettiti questo e comincia a lavorare!» Annichilita, obbedisco e comincio a lavare quanto &egrave ammucchiato nel piccolo lavatoio d’acciaio. Dopo pochissimi minuti, arriva Sasha e il cuoco, senza dire parola, gli scalda il cibo al micro-onde e glie lo serve; parlottano in un qualche dialetto che non capisco e Sasha mi guarda e ride. Il cuoco mi ordina di continuare a lavorare e il marinaio, mentre mastica, mi palpa il sedere, mi stringe le natiche, sonda il mio culetto con un dito… Come faccio per protestare, il cuoco abbaia: “Continua!!!” e quindi, piangendo in silenzio, subisco anche questo oltraggio: un conto &egrave essere costretta ad esibirgli le mie grazie, altro &egrave essere così oscenamente esplorata e sondata! Come finisce di mangiare, mi afferra per i capelli e mi piega davanti al cazzo che aveva tirato fuori, spingendomi la grossa cappella contro le labbra: non vorrei aprirle, ma con una mano mi tappa il naso e con l’altra mi tira dolorosamente i capelli. Appena schiudo la bocca, mi spinge ...
    ... tutto il suo –grosso!- arnese in gola e, impugnandomi per i capelli, mi scopa in bocca, come fossi un oggetto. Dopo un paio di minuti, sento il suo cazzo sussultarmi in gola e capisco che sta per venire; mi avverte, in effetti, e mi diffida dal perderne anche solo una goccia: devo ingoiare tutto. I suoi schizzi sono potenti e, pur piangendo per l’umiliazione, eseguo i suoi ordini nonostante i suoi schizzi sembravano non finire mai… Poi mi scosta con un gesto brusco e cado a terra; mentre lui si ricompone, trovando il modo di oltraggiarmi ancora («Sempre al suo servizio, signora!» e ridendo dell’implicito insulto), François mi da una pedata nelle costole: «Dai ‘signora’: piantala di perder tempo, ché i piatti mica sono ancora finiti!» Meccanicamente, ormai soggiogata, torno al lavabo e ricomincio a lavare.
    
    Il poker proseguiva, quietamente, tanto per giocare; chiacchieravamo e Stefano, dopo un po’, disse che aveva contattato loro amici con altre ‘barche’ via radio e che li avremmo incontrati in una caletta dell’alta e rocciosa costa ligure. Poi, con tono sarcastico, aggiunse: «Vediamo, Sergio, se Marica risulterà simpatica anche ai nostri amici… Sono persone del nostro ambiente lavorativo, sai? Sono conoscenze che potranno aiutarti molto, SE (rimarcò con la voce il “se”!) lavorerai con noi…» Gli altri ridacchiarono e continuammo a giocare, mentre un turbine di idee e di immagini di Marica -immagini innocenti frammiste a quelle scandalose della sera prima, o di oggi, sulla prua ...
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