Hayashi
Data: 01/02/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Akai, Fonte: RaccontiMilu
... si alzò e corse alla porta con la giacca in mano, ma lui non c’era più, neanche la sua macchina. Provò a chiamarlo al cellulare ma non le rispose, non la richiamò neanche e per questo che alla fine gli scrisse quel messaggio che tutt’ora non sapeva se aveva letto ‘Hai lasciato la giacca qui.’
Ora che il ricordo era finito riuscì a riaprire gli occhi, la stanza era sempre buia ma una luce flebile dall’esterno riusciva a farle intravedere i contorni dei mobili. Alzò il braccio destro, anche senza vederli, sapeva benissimo dov’erano i segni delle dita che le aveva lasciato, non le facevano male ma era come se ne sentisse ancora la pressione, forte, maschia’ sì’ anche se aveva la stessa età di Claudio era un uomo. La cosa le diede un brivido, le sembrò che le si acutizzassero i sensi, ne sentiva l’odore vicino a lei, forse erano le lenzuola’ non le aveva cambiate. Provò ad annusarle ma non notò la differenza, però muovendosi sentì i capezzoli strusciare liberi nella sua vestaglia e subito in mente le tornò Marco che glieli aveva accarezzati allo stesso modo il giorno prima. Sentì un calore nel basso ventre. Era stato uno stronzo, era uno stronzo, si corresse, ma di sicuro sapeva come toccare una donna. Portò le mani al seno e lo massaggiò lentamente mentre le gambe le si muovevano da sole strusciando le cosce tra loro. Quelle mani forti, insieme alle labbra delicate e passionali, se le sentiva scendere sul collo. Si sentì accaldata improvvisamente, si dovette scoprire. I ...
... capezzoli erano ormai duri, provò a pizzicarne uno ma con la stoffa di mezzo non la soddisfaceva, tirò fuori la grande mammella sinistra e strizzandone il chiodino in cima ci strusciò anche il polpastrello ruvido del pollice. Le scappò un mugolio. Si sentiva troppo eccitata per resistere, portò la mano destra tra le gambe e quando si toccò le mutande le trovò zuppe, era troppo tardi per salvarle dai suoi umori. Fece percorrere al dito tutta la fessura, lenta, come aveva fatto lui, sentiva ancora la sensazione della sua lingua che calda ed umida la leccava a fondo. Infilò la mano nelle mutande, era davvero sporco lì sotto e la cosa la eccitava ancora di più. Strinse con forza il capezzolo ed una scossa di piacere le arrivò dritta al cervello e prima che si affievolisse infilò due dita in figa. Chiuse gli occhi e gli tornò in mente la sua espressione appagata quando le entrò fino in fondo. Ora era sicura di sentire il suo odore indistintamente, prese a muovere la mano. Si leccò le labbra ricordano il sapore di lui dopo che aveva bevuto così tanto lì sotto, portò le dita alla bocca e le succhiò avida a gustare sé stessa, ma la figa richiese in fretta le sue attenzioni e non poté far altro che penetrarsi di nuovo e massaggiarsi con cura. Voleva di nuovo la forza di quel corpo maschio e giovane su di lei, voleva sentirsi posseduta fino in fondo, spalancò le cosce, cercò la stessa sensazione ma si dovette accontentare del ricordo ancora vivido. Ansimava, le dita veloci andavano a ...