Conti in sospeso
Data: 26/01/2024,
Categorie:
Etero
Autore: CuoreMente, Fonte: Annunci69
... inaspettatamente, qualcosa sfiorì: voleva andare oltre. Voleva un pompino, proponendolo come un "gelato" e io, ingenuamente, nella mia verginità e precarietà, gli dissi che non ero il suo gioccatolino.
Mi riaccompagnò a casa e non lo vidi ne ebbi più notizie di lui. Quel pomeriggio di Agosto, però, rimase nella mia testa rimbombante, sudicio, caldo, proprio come mi ero sentita tra le mie gambe, durante quel lungo bacio.
"Non faccio più queste cose da tempo, non dovrà saperlo nessuno. " mi confessò, ma a questa bugia non credeva neanche lui stesso.
Avevo ricontattato Andrea per uno scherzo del destino: dopo sette anni da quel pomeriggio, scoprii che facevamo lo stesso lavoro. Quale giustificazione migliore per saldare i conti?
Lo avevo incontrato qualche giorno prima di quell'appuntamento. Avevamo preso un caffè e ci stavamo confrontando proprio sul lavoro, facendo i conti col tempo passato e, inevitabilmente, sul nostro primo incontro. Mi ha detto di essere impegnato "seriamente" ora, che di lì a poco sarebbe andato a convivere, che non era più l'uomo che giocava a fare l'adolescente.
Eppure, qualcosa mi diceva che sotto, sotto, i suoi desideri sfrenati incombevano e lui non aspettava altro che farli uscire.
E lo stesso effetto avevo avuto io, nel rivederlo.
Nulla era cambiato, se non un piccolo dettaglio: non ero più una dolce, innocente verginella ed ero pronta a prendermelo sul serio, questa volta.
Tuttavia, quella mattina era finita in uno ...
... schiocco di dita, il tempo era volato via e lui sembrava fedele alle sue promesse.
Ero quasi rassegnata all'idea di non poterlo avere, quando ho tentato il tutto per tutto dicendogli che avrebbe potuto riscattare quel "gelato" quando avrebbe voluto, se lo avesse voluto.
Non ho avuto suoi messaggi per giorni e credevo che quello era stato un vero addio, fino a quando non mi è arrivato un unico messaggio:
"Questa sera. Alle 20. Solito posto."
Avevo vinto io, ora non mi rimaneva che dimostrargli quanto fosse cresciuta la sua verginella.
"Tranquillo, non dirò nulla a nessuno. Non mi interessa. Tu sai quello che voglio davvero."
Mi ha chiesto, allora, di fargli strada e questa volta non abbiamo dovuto cercarlo, perchè il posticino perfetto lo conoscevo bene, protagonista di tante altre scopate occasionali.
"Guarda un po', a conoscerlo prima questo posto."
Era un po' in imbarazzo, in effetti, e la cosa mi ha meravigliata e non poco, ma non ha fatto altro che alimentare il mio desiderio che venne fuori travolgente non appena abbiamo messo un piede fuori dall'auto, per spostarci sui sedili posteriori.
Lo raggiunsi dall'altro lato dell'auto ordinandogli di stare fermo e ho ricominciato esattamente da dove avevamo lasciato: l'ho baciato con tutta la forza che avevo, per ricambiare quel bacio violento che ancora sognavo durante le mie notti più impure.
Andrea era pietrificato e ci ha messo un po' prima di abbassare quelle sue mani grandi e curate e iniziare a ...