1. Pari e patta


    Data: 23/01/2024, Categorie: Gay / Bisex Autore: Michellerimini, Fonte: Annunci69

    ... indurirsi. La fece sparire tutta d'un colpo nella bocca capace, succhiando anche l'anima, passava dai coglioni alla cappella che divenne dura come il marmo.
    
    Mi distesi sul divanetto, lui continuò a succhiare, gli feci posto, mi ritrovai con la sua minchia a livello della mia bocca. Era segnato, mi venne spontaneo aprire la bocca e accogliere quel cazzo che invitante richiamava la mia lingua. Era buono, mi piaceva il gusto del liquido filante che fuoriusciva, più succhiavo e più mi eccitavo, ripetevo gli stessi gesti che tante volte avevano fatto con il mio cazzo. Mi piaceva da matti, godevo da fare schifo, nel frattempo Gustav era passato a leccarmi il buco del culo facendomi arrapare ancora di più.
    
    -“Adesso è arrivato il momento di assaporare il meglio, girati!” Mi ordinò Gustav.
    
    Lo guardai stupito:
    
    -“'Che cazzo vuoi fare?”
    
    -“‘Ficcartelo nel culo!”
    
    -“‘E no! Sei tu quello che lo prende, non io.. non invertiamo i ruoli!”
    
    -“E’ no mia bella Michelle. Adesso e' arrivato il momento di fare qualche variazione.”
    
    -“'No, no, un conto è prenderlo in bocca e un altro nel culo” Risposi.
    
    -“Vedrai che ti piacerà lo sento che ti piacerà Abbiamo circa la stessa stazza e la stessa corporatura.. sarò bravo vedrai!”.
    
    Non avevo nessuna intenzione di farmi inculare perciò mi ribellai alzandomi dal divanetto. Mi bloccò e cominciò una lotta a corpo a corpo che eccitava entrambi, e più cercavo di divincolarmi e più Gustav mi stringeva. Avevamo fatto cadere le sedie, ...
    ... il tavolo che era finito conto il muro di legno della stanza e mi ritrovai con la faccia rivolta sul tavolo e piegato a novanta gradi con il potente corpo di Gustav sulla schiena. Il suo cazzo duro si fece spazio tra le mie natiche.
    
    -“'Fermati, non voglio farti male”. Umiliato, mi lasciai andare. In fin dei conti l'avevo fatto anch'io con lui costringendolo a tenere la mia nerchia nel culo nonostante mi pregasse di far piano.
    
    «E non lo avevo desiderato inconsapevolmente anch'io quel momento?».
    
    E così gli implorai:
    
    -“Piano, buono, buono..” Lui mi accarezzava.
    
    Lubrificò con la saliva il buco del culo imbrogliandomi con le sue dita nodose e dure che mi sembravano già un cazzo.
    
    -“Adesso spingi come se dovessi andare di corpo” E mi tirò verso la sua cappella che sentii appoggiata. Un dolore lancinante mi trafisse il cervello. Un urlo tremendo mi uscì alla gola, soffocato da uno strofinaccio rimasto chissà come ancora sul tavolo. -“Fermo, non ti muovere!” Rimasi immobile “Rilassati..”.
    
    Cercai di farlo ma il dolore era sempre e comunque fortissimo.
    
    Ci volle un po’ di tempo, ma piano piano mi calmai.
    
    Più lo sfintere si rilassava, e più diminuiva il dolore, finché sentii filare tutto, liscio dentro di me. Al dolore era subentrato il piacere che si faceva sempre più intenso. Alla fine mi piaceva, mi eccitava, e spingevo il culo verso il cazzo per assaporarlo meglio:
    
    -“Vedi che ho sempre ragione, piace anche a te farti scopare troia!”
    
    -“'Sii.. Godoo..” ...