1. La lunga notte – cap. 5


    Data: 15/01/2024, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Lord Byron, Fonte: RaccontiMilu

    ... bocca si schiude e accoglie la sua lingua. Chiudo gli occhi e spingo il mio bacino in avanti, verso di lui. La dita entrano rapide dentro di me, mi lascio sfuggire un gemito mentre istintivamente allargo le cosce piegandomi un poco sulle ginocchia. La sua bocca abbandona la mia, mentre la mano mi trascina verso il basso. Le ginocchia raggiungono il pavimento e la mia faccia è davanti alla fibbia della sua cintura. Le mie mani si posano sicure sui suoi pantaloni, faccio scivolare la zip, le dita frugano dentro e come il suo cazzo già eretto fa capolino la mia bocca lo accoglie morbida. Chiudo gli occhi, è il momento che ho aspettato tanto. La mia lingua spande la saliva su tutta la cappella, le labbra non lasciano l’asta un istante. È Lui, dentro di me. Lo succhio avida mentre sento gli occhi di tutti i presenti su di me. La sua mano non lascia i miei capelli e un piede mi fa distanziare le ginocchia aprendomi le cosce. La mia mano scende sulla mia fica aperta, umida, la sfioro e un brivido mi invade. “metti le mani dietro la schiena, troia, non sei tu che devi godere”. Obbedisco, mentre mi sforzo di rendere la mia bocca ancora più morbida, ancora più accogliente. La mia testa si muove con dolcezza su quell’asta di carne, mentre la sento irrigidirsi sempre di più. Sta per venire, lo sento, sta per godersi la mia bocca, per riempirla di sé. Le mie labbra aderiscono alla sua pelle, lentamente lo prendo in me, cerco di ospitarne il più possibile mentre la mia lingua avvolge la ...
    ... sua cappella, la accarezza, la sfiora. La sento pulsare sul mio palato, La mano lascia la presa sui miei capelli, scivola sotto al mio mento, la sento tirarmi verso di lui, avanzo lenta, le mie labbra raggiungono la base del cazzo, mentre la cappella spinge nella gola. Si irrigidisce dentro di me, poi un fiotto scende giù per il mio esofago, ingoio e lui lo sente con la mano sulla mia gola, i miei occhi sono nei suoi mentre il secondo schizzo si deposita sulla mia lingua che rapidamente lo riversa in gola. Sto mugolando come una cagna, ingoio tutto come una assetata nel deserto che finalmente ha raggiunto un’oasi mentre con una mano gli massaggio dolcemente le palle, per svuotare fino all’ultima goccia il loro contenuto. Continuo a ripulirlo delicatamente, fino a quando la sua mano non mi stacca da lui. “Va bene, credo sia tempo di lavorare, ora.” dice guardandomi negli occhi. “È anche per questo che sei qua. Vero?” Non rispondo, lo ricompongo nei pantaloni e chiudo la cerniera. “vero?” ripete indurendo la voce e rialzandomi la testa per i capelli. Lo guardo, poi abbasso gli occhi annuendo. La sua mano mi lascia. “Tutto a posto capo, non è certo qui intorno” E’ Ditmir, tornato dalla perlustrazione. “Bene” mormora Dasho, poi guarda l’orologio e si rivolge a un altro dei suoi. “Prendila e portala all’autoporto, questo pomeriggio lavora lì questa troia. Consegnala a Nadia, che le spieghi quello che deve fare.” poi mi guarda “Non azzardarti a farmi casini”. “No – rispondo sottovoce ...