1. Il tormento di un padre (finalmente in culo)


    Data: 10/01/2024, Categorie: Gay / Bisex Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69

    ... il posto ad una sensazione di sorpresa.
    
    Affondavo la lingua tra le labbra del piccolo, inebriato dal profumo di frutta che emanava dalla sua pelle di velluto, e, intanto, spingevo il cazzo con violenza dentro di lui.
    
    La mazza scivolava come un coltello dentro al burro e, quando fu in fondo al retto, lo sfintere la serrò in una morsa decisa, come se volesse risucchiarla.
    
    Era la prima volta che sperimentavo quella sensazione: cominciai a sudare per il piacere e ad ansimare rumorosamente dentro all’orecchio del mio amante.
    
    Il culo del ragazzino era molto elastico ma lo spessore del mio ariete non sfigurava.
    
    “Ahhhh … Sbattimi amore”. Urlava. “Trombami … trombami come una troia. È così grosso, mi stai sventrando …”.
    
    Era fuori di sé.
    
    Mi conficcò le unghie nella pelle all’altezza delle spalle e le fece scivolare lungo la schiena, fino ad afferrare i glutei contratti.
    
    Quel dolore mi eccitò.
    
    Cominciai a pompare la minchia come un indemoniato e più gli sbattevo i coglioni contro l’ano più lo facevo gridare. “Aaaaah … aaaah mi stai facendo impazzire …”.
    
    Sentii il pene duro schiacciato tra il mio ventre ed il suo e, mentre mi dimenavo come un trapano, avvertii un fiotto caldo sulla pancia, all’altezza dell’ombelico, e capii che la troia aveva goduto sotto di me.
    
    Glie lo buttai al culo con vigore crescente continuando a pensare ad Annibale e, a mia volta, presi a gemere, affondando il viso imperlato di sudore nella piega del suo collo, tra la spalla e ...
    ... la guancia di pesca.
    
    “Vieni”. Mi incitava con dolcezza. “È bellissimo così … vieni amore … aaah … aaaah … vieni …”.
    
    Non riuscii più a trattenermi. “Sei una troia”. Iniziai a gridare, mordendogli il collo con trasporto. “Sei la troia di papà … mmmh …”.
    
    E, mentre mi godevo i suoi baci innamorati, allungai le gambe per assestare colpi ancora più forti, avvertii che i coglioni si gonfiavano a dismisura e finalmente esplosi, riversando nel suo retto tutto il seme che avevo in corpo.
    
    Rimasi a lungo tra le cosce del ragazzo, compiacendomi delle sue attenzioni, e lasciai che il cazzo diventasse molle, mentre il battito del cuore rallentava
    
    “Ti prego non sparire”. Insistette lui. “Promettimi che tornerai …”.
    
    Non sapevo cosa rispondere.
    
    Gli infilai la lingua in gola per farlo smettere di parlare e per gioco gli morsi le labbra ogni volta che accennava a dire qualcosa.
    
    Quando lo riaccompagnai ai chioschi la notte era ormai alta.
    
    “Sei sicuro che vuoi che ti lasci qui?” Provai a domandare. “È già tardi, se vuoi ti porto a casa …”.
    
    “No tranquillo, qui va bene …” Rispose distrattamente.
    
    “Senti … non sono fatti miei … però non dovresti …”
    
    “Quando torni a trovarmi?” Mi interruppe lui.
    
    “Presto … torno presto, promesso …”. Mentii.
    
    Iryl avvicinò il suo viso al mio e mi diede un bacio veloce prima di scendere e correre verso i banchi del mercato.
    
    Mi si strinse il cuore.
    
    Rimasi a guardarlo nello specchietto retrovisore.
    
    Era solo: i suoi amici non ...