1. L’Inferno di Anna e l’Abisso di Francesca


    Data: 10/01/2024, Categorie: Etero Incesti Sesso di Gruppo Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu

    ... era accorta di essere inseguita. Uscì dal prato, svoltò in un vialetto e poco dopo entrò in un boschetto facendo perdere le sue tracce. Sara, stizzita dall’aver perso la preda, comunicò agi altri gli eventi.
    
    Il cuore batteva forte, in due ore aveva avuto due brutte avventure. Pensò seriamente di consegnarsi ai suoi cacciatori. Forse avrebbe corso meno rischi. Poi però prevalse l’orgoglio e la soddisfazione di aver reagito e dell’essersela cavata. Devo solo trovare un posto sicuro ed aspettare altre quattro ore, non più di cinque, pensava.
    
    Erano passate altre tre ore. Anna era stremata, ma voleva resistere, altre due ore, si diceva e ce l’avrò fatta. Era entrata nel settore del Castello. Anna si era rannicchiata, cercando di non morire di freddo, tra una roccia ed un cespuglio che la riparavano da ogni sguardo, lì si sentiva al sicuro e si addormentò. In effetti Anna non era visibile tranne che da un particolare ed improbabile angolo di visuale, ma il terreno umido e molle assorbiva nettamente le impronte dei tacchi a spillo. E queste le furono fatali. Gianni puntò la torcia sulle tracce, certo potevano essere di chiunque, ma quante donne andavano al parco con i tacchi a spillo? Era un trentenne, come Sara, sua moglie e compagna di avventure. Ma aveva un fisico robusto e longilineo. Gianni spense la torcia per rendersi invisibile e seguì le tracce. Gli bastava la luna per vedere. Si mosse silenzioso e dopo venti metri la vide. Dormiva, era malridotta, nel sonno batteva ...
    ... i denti per il freddo e si agitava. Ha passato una brutta notte pensava Gianni, poi l’afferrò per una caviglia e la schiava urlò terrorizzata. In un attimo le due caviglie erano catturate da due anelli tenuti insieme da una corta catenella. Un ceffone convinse Anna a stare zitta. – Zitta troia – sibilò Gianni, – finalmente ti ho trovata. Zitta per il tuo bene. – Anna mugolava infelice, capì che era uno dei suoi cacciatori. Quello della coppia giovane e spietata come le aveva detto il suo Padrone. – Puzzi come una scrofa – continuò il suo nuovo Padrone, – ti sei pisciata addosso – affermò mentre la tirava in piedi e l’ammanettava. Anna non aveva nessuna forza per reagire, rassegnata si fece mettere in piedi. Il Padrone le strappò il vestito di dosso e la lasciò nuda. Il vestito era bagnato, di piscio pensò Gianni pulendosi le mani sui capelli di lei che avvilita e tremante lo lasciò fare senza reagire. Lui chiamò gli altri. – Puzza come una capra – disse loro quando arrivarono, – forse più che pisciarsi addosso qualcuno gliel’ha fatta addosso o è caduta in una pozzanghera di piscio. Il suo vestito ne era tutto intriso. – – E’ così? – chiese Sara. – Sì, – rispose Anna balbettando, – ero rannicchiata in un cespuglio ed un ubbriaco… – Gli altri risero. Anna si sentiva tremendamente umiliata. – Una latrina – commentò Renata, – proprio una latrina. –
    
    Stava per albeggiare, Anna era nuda ed ormai al limite dello sfinimento. – E’ ora di andare – disse Sara. Si avviarono, Anna si ...