1. L’Inferno di Anna e l’Abisso di Francesca


    Data: 10/01/2024, Categorie: Etero Incesti Sesso di Gruppo Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu

    ... cancello si aprì e lui, sempre dietro di lei, sempre premendo il coltello sul fianco, la spinse verso il portone di casa. Le lasciò la bocca libera e le disse – se gridi sei finita. – Anna tremava come una foglia al vento. – Cosa vuole? – riuscì a dire. – Zitta, ti ho detto di stare zitta, andiamo a casa tua. – Anna pensò ad un ladro, ma come faceva a sapere che non c’era nessuno in casa? O forse non lo sapeva e pensava che comunque avendo in ostaggio lei se la sarebbe comunque cavata. Anna non sapeva se augurarsi che comparisse un vicino. Ma non comparve nessuno. Rassegnata arrivarono al portoncino, quindi all’ascensore ed in pochi minuti alla porta di casa. Lei ancora non l’aveva visto in volto. Non si era voltata, ma di sbieco aveva cercato di allungare lo sguardo. Vide solo un cappello con una tesa larga e lunga, ed un pezzettino di volto in ombra.
    
    Aperta la porta lui le mise di nuovo la mano sulla bocca. Anna ebbe solo il tempo di pensare: etere. E svenne accasciandosi a terra. Niente di grave, lui la trattenne e lei scivolò sul tappeto come una bambola rotta, ma senza nessuna conseguenza.
    
    Si svegliò circa due ore dopo, legata al letto della sua camera ed imbavagliata. Era seminuda e si sentiva tutta rotta. I capelli biondi appiccicati al volto. Sudata e con un odore di sesso addosso fortissimo. Un odore suo, ma anche di altro che non si seppe immediatamente spiegare. Del recente passato aveva vaghi ricordi ed era molto confusa. Aprì gli occhi e si guardò intorno, ...
    ... la stanza era tutta illuminata ed un uomo era seduto alla scrivania dove il suo PC era acceso. Quel bastardo, pensò, l’aveva violentata dopo che l’aveva addormentata. Ora iniziava a ricordare. Tentò di gridare, ma solo un rauco muggito uscì dalle sue labbra. Tentò di divincolarsi, ma ottenne solo di farsi male alle caviglie ed ai polsi. Ottenne però che l’uomo, lentamente, si girasse verso di lei e si alzasse dalla sedia davanti al PC. Si trovò davanti un uomo nudo, un cinquantenne come lei, ma in forma, anche piacevole da guardarsi, ed un sorriso mefistofelico soddisfatto e stampato in volto. Questo è il bastardo che mi ha violentato pensò Anna angosciata. Perché è ancora qui? Si avvicinò e le disse – se prometti di non gridare ti levo il bavaglio. – Lei fece cenno di sì scuotendo vigorosamente la testa. Lui le levò il bavaglio e lei gridò con tutto il fiato che aveva in corpo. Un manrovescio le fece ballare i denti e la sua testa sbatté contro la testiera del letto. Lui rapidamente le rimise il bavaglio, poi le prese una tetta in mano e la strinse torcendo e strizzando. Anna aveva le lacrime agli occhi. Come poteva farle così male? – Sei stupida, troia – le disse continuando a strizzare e piantandole poi le unghie nel capezzolo. Anna rimase senza fiato, ma lui le diede un altro manrovescio sull’altro lato del volto. Anna vide le stelle e si arrese, non si divincolò più. Lui le prese l’altra tetta in mano e fece per stringere, ma prima le disse – farai la brava? – Stavolta ...
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