“Com’ è difficile restare padre quando i figli crescono e le madri imbiancano”
Data: 24/12/2023,
Categorie:
Etero
Autore: Rot43, Fonte: EroticiRacconti
... lasciai continuare, pregando che la voce del Maestro potesse in qualche modo sovrastare la sua.
“Es un sentimiento nuevo che mi tiene alta la vita. La passione nella gola, L'eros che si fa parola…”
E di passione nella gola ce n’era, così tanta che continuavo a deglutire ancora il suo sapore mentre continuavo a sottoporla a ripetuti colpi di verga.
“Tutti i muscoli del corpo pronti per l’accoppiamento, nel Giappone delle geishe si abbandonano all’amore”
Non vi nascondo che quelle parole mi fecero volare di fantasia immaginandola al mio servizio come la più giovane delle geishe e forte di tale immagine continuai ad aumentare le mie stantuffate, cavalcandola come una giumenta in calore. Sotto quei colpi, Clizia, iniziò a divaricare le gambe e a stringere allo stesso tempo la pelle della schienale del divano tra le dita con forza.
“Ed è’ bellisismo perdersi in questo incantesimo ooh ooooh”
In pochi istanti, i suoi muscoli si irrigidirono sprigionando nell’aria un urlo di compiacimento fenomenale che mi rese fiero di me stesso. Esausta poi capitolò, chinando la schiena in avanti e poggiando le ginocchia sul divano porgendomi così il culo purpureo e rovente davanti. Mentre paga tentava di riprendere fiato, il mio cazzo tuonava ancora e non vedeva l’ora di innaffiare quel giovane corpo. Brutalmente mi fiondai su di lei e da dietro le spalancai ancora le cosce, le puntellai la cappella sul suo piccolo ano e con fermezza la spinsi dentro penetrandola di pochi ...
... millimetri. Lei capì e, con mio grande stupore, veicolò la sua mano in mio aiuto e afferrato il mio pezzo di carne da dietro lo impugnò e lo avvicinò al suo buco, la cappella entrò in contatto con quel suo piccolo e delicato buco e lei la spinse contro il suo canale facendola sprofondare in esso come un grissino nel burro. Il fastidio non la interruppe nella sua azione e continuò a calcare, ma la cappella nonostante tutto non ne voleva sapere ancora di entrare. Serviva un aiuto, le venni fuori e Clizia portò la mano alla bocca e la impiastrò di saliva che spalmò attorno e sul buco del culo. Lo voleva dentro e non batté ciglio, mentre continuava ad umettare il suo ano, anch’io lasciai cadere un quantità abnorme di saliva dalla mia bocca centrando in pieno il glande infuocato, mentre il resto insozzò il divano unendosi ai liquidi già presenti. Cosparsolo di saliva riportai il cazzo in posizione. Il buco era ben umettato e la mia asta ben lubrificata entrò più agile, spinsi con decisione e finalmente la penetrai decisamente. Clizia strinse i denti e non solo, i suoi glutei erano tesi, i muscoli rigidi, mi aiutai con le mani dilatandole di più le chiappe e una volta trovata una posizione comoda affondai al centro con brutalità. Sapevo perfettamente di farle male, ma non mi importava. Lei lo aveva capito e si arrese ad ogni reticenza, e finalmente la sodomizzai. Appena il cazzo entrò completamente dentro, lei lanciò un urlo acutissimo, ma stavolta pronto le tappai le labbra con la mano, ...