“Com’ è difficile restare padre quando i figli crescono e le madri imbiancano”
Data: 24/12/2023,
Categorie:
Etero
Autore: Rot43, Fonte: EroticiRacconti
... compiacque e senza perdere tempo abbassò i boxer liberando il pene fremente. Una volta penzolante lo osservò compiuta, ed ho motivo di credere che le misure siano state di suo soddisfacimento visto gli sguardi di approvazione lanciati. Inumiditesi le labbra con la sua piccola lingua, si avvicinò per odorarlo e poi baciarlo e prima di prenderlo in bocca, lo impugnò tra le sue affusolate mani sottomettendolo ad una violenta sega, mi faceva male, la sua mano era un po’ grezza, ma era troppo affaccendata per interromperla. La osservavo estasiato mentre la sua manina continuava a correre avanti e indietro lungo l’asta del mio pene procurandomi un lieve fastidio per la foga, misto ad un intenso piacere. Resasi conto dell’erezione massima raggiunta chinò il capo sul cazzo e con ancora in testa il cappellino da Babbo Natale inglobò il membro tra quelle sue turgide labbra, risucchiando lentamente l’asta facendola poi sparire lentamente nella calda cavità orale. Era un pompino bramato e perciò avvenne in maniera lenta, ma energica, in pratica me lo divorò letteralmente. Succhiava e sollazzava il corpo del mio uccello facendolo sparire sotto la lingua per poi farlo riemergere tumido e ricolmo di saliva. Lo faceva con abilità e dopo averlo ripetuto più volte regalandomi gioie che soli i miei rantoli riuscivano a esprimere, si soffermò sul glande dove con grande padronanza ciucciò quel fungo gonfio con decisa gradevolezza. Per quanto godessi non volevo più indugiare, così cavai via da ...
... quella bocca calda e spumosa la verga vibrante, lessi nei suoi occhi chiari lo stupore per tale scelta, ma non mi ci soffermai, perché l’afferrai con forza trascinandola contro di me. Ci ritrovammo attaccati l’uno sull’altra, la baciai con passione mentre le mie mani afferravano i suoi glutei, l’odore del mio cazzo albergava nella sua bocca e questo aumentava il mio appetito nei suoi confronti. Colpì le sue chiappe con i palmi delle mani, lo feci per un paio di volte, sembrò non dolersi, e questo mi fece piacere, aumentai l’intensità dei colpi senza udire nuovamente alcun guaito, rimase ferma, invischiata, nella mia bocca. La colpì ancora, questa volta con prestante energia e finalmente sussultò tentando di dimenarsi, ma non avevo voglia di placare le mie tendenze autoritarie sulla sua persona, perciò continuai a farlo con impeto sempre maggiore, tutto ciò mentre le continuavo a sbatacchiare il cazzo ben serrato tra le cosce, contro la figa rasa. Le sberle sempre più fragorose aumentavano come anche la sua intensità di soglia del dolore, ma la sua lingua serrata nella mia non era in gradi di farle esprimere pienamente la sua sofferenza. Irruento le tirai fuori la lingua e la voltai con desiderio, la spinsi contro il divano costringendola a porre le mani sullo schienale del sedile del divano per non scivolare. Avevo il suo culo a mandorla innanzi e scrutandolo mi accorsi di avere davvero esagerato. Quel colore innaturale causatole dalle sberle però mi provocò appetiti più ...