Sottomesso alla mia capo 4: il primo risveglio nella villa
Data: 11/12/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: None, Fonte: EroticiRacconti
Trascorsi la notte nella mia stanzetta nel seminterrato, nel letto a una piazza che mi era stato assegnato; completamente nudo, come mi era stato ordinato, con un lenzuolo a separarmi dal materasso e una coperta leggera, ma senza lenzuolo, a proteggermi dal fresco della notte estiva.
La mattina fui svegliato dalla luce che filtrava dalla finestra posta al culmine del mio tugurio, che non era dotata né di tende né di imposte. Andai nel bagno là accanto per le mie esigenze e poi mi distesi nuovamente, cercando di dimenticare dove fossi. Ma non durò molto. Infatti dopo un po’ entrò nella stanza la mia padrona, spalancando la porta senza bussare. Indossava una camicia da notte leggera, semitrasparente, e sotto di essa solo le mutandine. La sua splendida quinta naturale, libera da impacci, tendeva la camicia, che, nel punto giusto, assumeva la forma dei suoi grandi capezzoli.
Non mi rivolse neanche il minimo accenno di saluto, solo mi ordinò di alzarmi e seguirla. Lo feci, nudo come un verme, considerato che non mi era stato detto di vestirmi. Percorremmo la scala interna che dal seminterrato portava al piano principale. Da lì andammo nel bagno ‘rosa’ che già conoscevo dal giorno prima. Ma la padrona non si sedette sul water, come aveva fatto il giorno precedente. Al contrario, rimase in piedi. Mi ordinò di entrare nella grande vasca a idromassaggio, che era completamente vuota, e di sdraiarmi sul fondo. Eseguii, senza avere la più pallida idea di cosa avesse in mente. ...
... Poi Barbara si sfilò con noncuranza la camicia da notte e le mutandine. Lentamente, con indolenza, come se non la stesse guardando nessuno. Il suo corpo era proporzionato ed eccitante, con le tette grandissime e sode, i fianchi larghi, l’abbronzatura dorata e non eccessiva; inoltre aveva un’autorevolezza e un carisma che non avevo mai trovato in nessuna delle mie coetanee.
Iniziai immediatamente a eccitarmi, ma lei non diede segno di interessarsi alla cosa. Piuttosto entrò nella vasca, in piedi sopra di me sdraiato, e con tono sicuro, mi disse: «Mi sono appena alzata, e per venire a chiamare te, schiavo, non sono neppure passata dal bagno. Così ora ho un gran bisogno di pisciare e ho deciso che, visto che hai l’onore di vivere in casa mia, sarà la tua bocca a farmi da toilette. Ora mi accovaccerò su di te, tu aprirai la bocca e inizierai a bere tutto quello che uscirà dalle mie labbra…Ma fai attenzione: si tratta di nettare prezioso, quindi non dovrai farne cadere neppure una goccia! Sono stata chiara?». Dentro di me ero sconvolto: già il giorno prima il solo leccare qualche goccia di urina rimasta incastrata tra i peli della sua fica era stata una dura prova per me. E ora? Come avrei fatto a soddisfare una pretesa così estrema e a ingoiare tutto senza fiatare?
In ogni caso, le dissi subito di sì, per evitare guai peggiori. Allora lei si accovacciò, con la fica sulla mia bocca, fissandomi con un sottile sguardo canzonatorio, godendo quasi fisicamente della mia imminente ...