1. Senso di turbamento


    Data: 09/12/2023, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... di cazzi in tiro, di mani che vagano nel buio della platea in cerca di gambe velate da calze o che s’infilano sotto gonne corte di colore nero. In realtà lo spettacolo non dorme mai, aspetta però in silenzio che un nuovo recital sia messo in scena, che il pubblico si sieda di nuovo sulle poltroncine di colore rosso, che il sipario si spalanchi su d’un mondo diverso, in un altro luogo che è più vicino di quanto vogliamo desiderare.
    
    Dietro le quinte l’oscurità affollava e riempiva ogni angolo, gli occhi non avevano altro che loro stessi per abituare la vista a quel luogo magico. Dark si muoveva a suo agio, in quel momento lei m’afferrò la mano conducendomi lungo uno spazio pieno di oggetti. Non conosceva che il palcoscenico, giacché era da qualche tempo diventata la mia seconda casa. Stretta a me, io sentivo il suo alito senz’odore, però quel respiro mi frastornava aumentando e potenziando la mia già forte eccitazione. Fu una cosa veloce che mi piacque istantaneamente, le sue mani si muovevano in modo vorticoso lungo il mio corpo, la mia verga premeva contro i vestiti e lasciai che fosse Dark a liberarla. Lei l’agguantò nelle sue mani scoprendo il glande arrossato dal tanto sangue che lo irrorava, cosicché Dark iniziò a leccare il cazzo lungo tutto il suo asse, poi lo prendeva in bocca tenendo gli occhi aperti. Se il palcoscenico era la mia casa, un palcoscenico al buio era la sua. I suoi occhi vedevano nell’oscurità così come vedevano alla luce del giorno. Dark aveva ...
    ... voglia di non soddisfare mai la sua ingorda e insaziabile voglia.
    
    Lei mi faceva quel pompino senz’esitazione, senz’interruzione, perché voleva vedere scorrere il mio sperma, però lo voleva veder colare nel momento di massima potenza. Lei continuava a succhiarlo con energia e il mio glande continuava a ingrandirsi dentro la sua bocca, io volevo penetrarla, perché non potevo resistere più a lungo. Le mie mani vagavano intorno al suo seno, palpeggiavano i capezzoli grandi, a quel punto le tolsi il cazzo di bocca e la buttai per terra con le gambe all’aria. L’odore della sua fica m’avvolse mentre io infilavo la faccia sotto la sua gonna. Dark indossava delle calze autoreggenti color carne, io mi fermai qualche secondo ad ammirare quella mirabile armonia che teneva insieme in un meraviglioso equilibrio, il ricamo delle autoreggenti e quello delle mutandine d’un color grigio tenue. Ciò che vedevo con sorprendente e straordinaria limpidezza era il ricavato d’un buio che non sentivo più come nemico. Infilai la testa più in profondità e appiccicai la bocca e il naso su quel tessuto in cui s’annidavano profumi e sapori d’incalcolabile e di smisurato valore. Dark inarcava la schiena e questa volta chiudendo gli occhi, emetteva boccheggi di godimento, visto che le sue gambe si muovevano all’unisono per sostenere gli spasmi della sua fica. La mia bocca si riempiva di quel succo che potevo sentire nel buio. La fica di Dark stava cambiando odore ed entrava nel tunnel evidente e luminoso ...
«12...456...»