Gatta in calore
Data: 09/12/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Tradimenti
Voyeur
Autore: samas2, Fonte: RaccontiMilu
Guardo dalla finestra dell’ambulatorio la linea della costa, a qualche chilometro di distanza, velata da una foschia azzurrina, splendente di luci che si accendono con l’avanzare del buio mentre di cattivo umore sto radunando i miei libri, gli strumenti e i farmaci a conclusione della giornata di lavoro. La telefonata era giunta quasi allo scadere del mio turno di guardia medica festiva, poco prima dell’arrivo del collega che mi avrebbe dato il cambio per la notte. Lascio un appunto su un Post-it: “Bruno, faccio l’ultima visita e poi vado a casa direttamente. ‘Notte, fai una buona guardia”. Così eccomi in pista con la bella prospettiva di far tardi, ma a onor del vero non rinuncio a chissà cosa, viste le prospettive per la serata che mi attende, poco interessanti per usare un pallido eufemismo. Silvia, graziosissima brunetta dal sorriso bello come il sole e che frequenta come studentessa di infermieristica la mia stessa sala operatoria, mi aveva colpito e affondato, non pensavo che a lei; pieno di speranze l’avevo invitata per cena, sicuro che avrebbe accettato, ma…che razza di due di picche mi aveva dato! Sto ancora barcollando, frastornato e deluso. Non mi ero perso d’animo – a dire il vero il mio morale era a terra, anzi sotto – e, per dimostrarmi tetragono e superiore alla sorte avversa, avevo dato fondo a tutte le mie riserve tattiche e strategiche, ma nessuna femmina aveva risposto affermativamente ai miei accorati appelli. Mi dico, per consolarmi, che anche una ...
... eventuale risposta positiva l’avrei vissuta come un ripiego e che in fondo non c’era un reale interesse per quelle fanciulle. Una vocina fastidiosa insiste nella mia mente: – Hai presente Esopo…la volpe e l’uva? Scaccio il pensiero molesto e adesso forza, concentriamoci sul lavoro: la richiesta per la mia prestazione configura un quadro urgente, nonostante la voce femminile – molto interessante – all’altro capo del telefono, concitata, allarmata, non mi abbia saputo fornire elementi clinici significativi. Comunque il mio intuito – seeh, ecco il Dott.House in azione! – mi dice che sarà una visita interessante. Il cancello si apre automaticamente al passaggio della mia auto. La ghiaia del vialetto, fra le siepi di alloro e oleandro, sotto gli pneumatici scricchiola mentre la vettura procede con cautela, quasi con circospezione e pare fare il paio con i miei timori di non rivelarmi all’altezza del caso – ansia da prestazioni professionale? – Fermo l’auto e spengo il motore, salgo velocemente i pochi gradini che mi separano dall’ingresso della villa. La porta è solo accostata e la apro di quel tanto che mi consente di passare e mi annuncio: – Sono il medico, è permesso? – Venga pure avanti e chiuda la porta per cortesia. – Cazzo che voce! Vibro come un violino alla nota giusta. Se tanto mi da tanto…. Ma cosa vado a pensare? Magari è inguardabile. Attraversato un breve vestibolo arredato con classe e, guidato dal suono della voce femminile, mi affaccio ad un ampio soggiorno. Stile ...