1. Prigionia, Capitolo 7


    Data: 16/08/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Dark, Fonte: RaccontiMilu

    ... mai provato. Il pugnale iniziò a voler muovere i suoi muscoli, le iniziò a mandare immagini dell’orco squartato, tagliato, devastato…
    
    In poco tempo vinse il pugnale. Evrilith piangeva, piangeva perchè vedeva quello che faceva e sentiva l’orco. Estratto il pugnale si mosse per ferire tutto il braccio destro. Sembrava metodica, come se il pugnale la spingesse a tagliare muscolo dopo muscolo senza ledere le zone vitali. Le carni sotto alla pelle facevano uscire sangue, Krozan stava diventando violaceo. Il tormento che provava era terribile. Ad un certo punto smise di lamentarsi, svenne. Qui evrilith ebbe un sussultò, e iniziò a riprendere coscienza di quello che stava facendo. Si ridesto ed iniziò a lottare con la coscienza del pugnale.
    
    Non voleva più fare del male a quella creatura. Lei non amava né uccidere né far soffrire. Gli occhi gonfi, le lacrime che le avevano nuovamente rigato il viso mentre era un pupazzo nelle mani di un nuovo carnefice.
    
    Lasciò cadere il pugnale a terrà, crollo in ginocchio mettendosi a piangere come una disperata.
    
    Torghul stava controllando da vicino senza dire nulla. Krozan era ancora vivo, ne era certo. Senza che la schiava se ne fosse accorta aveva fatto degli incantesimi per mitigare i danni di quell’arma in modo tale da non uccidere il servo che rappresentava così tanto per Lui.
    
    Controllato Krozan si abbassò all’altezza di Evrilith. Le alzò il mento e i loro occhi si unirono in uno sguardo forte, profondo.
    
    “Non lo farai mai ...
    ... più. Da oggi tu sei mia, e non mi obbligherai a punirti perchè decidi di sbagliare volontariamente. Hai capito o devo ripetere?” disse Krozan senza smettere di guardare fisso negli occhi la schiava.
    
    “Mi dispiace, sono stata…” Altre lacrime rigarono il volot di Evrilith, cercò di abbassare lo sguardò ma non ci riuscì. Il dito di Torghul la bloccava.
    
    “Mi hai fatto soffrire. Voglio una schiava, se non ti comporterai come tale la prossima volta farò decidere a Krozan chi merita di vivere, e ti terrò desta fino a che la vita non ti abbandonerà in mezzo a mille sofferenze usando lo stesso pugnale che ti ho fatto usare su Krozan. Sono stato chiaro?”
    
    Evrilith mosse il capo come ad asserire un timido si.
    
    “Ora tocca a te subire fisicamente. Voglio che ti metti di schiena in posizione con le mani sulla testa. Se abbassi le mani ricominciamo. Puoi cadere in ginocchio ma non spostare mai le mani dalla testa”.
    
    Evrilith pianse ancora, era in uno stato confusionale, abbassò la testa, si alzò meccanicmanete e si mise in posizione come Krozan le aveva insegnato.
    
    Il mago le scuarciò il vestito che portava lungo tutta l’altezza della schiena. E poi prese un gatto a nove code. Alla fine del cordicelle in cuoi però c’erano delle teste di serpente, appena afferrata l’arma le teste iniziarono a muoversi e a sibilare.
    
    “Conta!” Intimò l’elfo alla schiava.
    
    Le corde si mosserò velocissime e le teste dei serpenti saettarono verso la carne, mordendola.
    
    Evrilith urlò un “uno” in ...