Io e il figlio di mio marito
Data: 26/11/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Tradimenti
Autore: VittorioV, Fonte: RaccontiMilu
... volta fui presa dallo sconforto. Altro che coccole, volevo una severa scopata! Mio marito prese le sue gocce per il sonno, si mise il copriocchi e si girò dall’altra parte. Fino alle sette dell’indomani sarebbe stato fuori uso. Un sacco di patate di fianco a me. Nel buio, presi a masturbarmi. Pensavo alla giornata, al cazzo di Cristiano e alle sue mani. Più mi vergognavo e pentivo di quei pensieri, più godevo come una cagna. Mi facevo schifo, ma non ne potevo fare a meno. Non prendevo sonno lo stesso, anche dopo l’orgasmo. Ero agitata. Andai in cucina per bere dell’acqua. Ero a piedi nudi, indossavo una vestaglia semitrasparente e delle mutandine. Quello che speravo avrebbe fatto arrapare mio marito. E invece niente… Mentre me ne stavo assorta nei miei pensieri, rivolta verso il lavandino, non mi accorsi che alle mie spalle era piombato qualcuno. Era Cristiano. -Ancora sveglia? Non mi girai, avevo paura di guardarlo negli occhi. -Avevo sete. -Anche io. Mi si avvicinò ulteriormente, sentivo il calore del suo corpo. Prese la mia mano con il bicchiere e se la portò alla bocca, bevendo un sorso di acqua. Per farlo dovette spingersi ancora di più addosso, e lì capii che era nudo! Sentii il suo cazzone appoggiarsi sulla mia coscia, e sbattere. Stava indurendosi. Lo spettacolo di me semi nuda doveva incoraggiarlo. Ora si posizionava in mezzo, sulle natiche, potevo sentirlo spingere. -Lo senti cosa mi fai? Me lo disse nell’orecchio, facendomi rabbrividire. Stava per avvicinare la ...
... bocca al mio collo, e il cazzo sempre più contro di me. Non so come trovai le forze e scappai via dalla cucina, ma non entrai in camera, avevo paura di fare rumore e svegliare Enrico. Entrai nel bagno, sedendomi sulla tazza del water. Lì mi avrebbe lasciata in pace. Invece dopo qualche secondo sentii bussare. -Devo fare pipì. Dissi quasi sottovoce. Lui aprì la porta, e la richiuse alle sue spalle. -Se volevi stare da sola dovevi chiudere la porta a chiave. -Mi…mi sono dimenticata. Mi guardò tra le gambe. -E ti sei anche dimenticata di abbassare le mutande. Come farai a fare pipì? Non sapevo cosa dire, e poi avevo il suo cazzo sempre più vicino. Adesso era quasi eretto, puntava dritto, era maestoso. Lui camminava lentamente verso di me. -Non mi hai ancora ringraziato per la giornata di oggi. -Ma…io…grazie…si, grazie Cristiano. -Oh, Valeria, ma sono sicuro che sei capace di fare di meglio che dirmi grazie. Rimasi zitta, ferma, seduta. Lui mi era di fronte, il suo cazzo adesso a pochi centimetri, potevo sentirne l’afrore. La cappella era grossa, rossa scuro, e da lei mi separavano pochissimi centimetri ormai. -Forza, fai quello che devi fare Valeria. So che lo vuoi fare. Voleva vedermi umiliata. Voleva che mi sporgessi io verso il suo scettro, verso quel ben di dio di carne. Lo feci. Feci sparire il cazzo nella bocca, mentre lui ghignando mi disse che ero una brava troia bocchinara. Con una mano entrò dentro la vestaglia e mi strinse una tetta, prese a giocare con un capezzolo. Era ...