La mia prima volta
Data: 24/11/2023,
Categorie:
Etero
Autore: Elisabetta Grandi, Fonte: EroticiRacconti
Una piccola cittadina in una regione del nord, tante montagne attorno, ho lavorato e vissuto lì per tanto tempo, avevo 26 anni e prima di allora non avevo mai avuto alcun tipo di contatto fisico con un uomo...qualcuno di voi non ci crederà, figuriamoci direste, a 26 anni ti sarai già fatta scopare dal mondo intero...e invece no, sarà stata l'educazione che mio papà mi ha impartito, molto rigida, molto pudica io... sarà che davvero ero una ragazza bruttina, si, con le tette grosse, ma goffa, cicciottina...e imbranata, timida, ma più imbranata che timida. Comunque, avevo 26 anni e non avevo mai visto un uccello...dire pene mi sa di medicina, un uccello non sapevo neppure come fosse fatto. Una sera di dicembre, il giorno dopo sarai tornata giù a casa per le vacanze di Natale. Lui un mio paziente, che una sera, a sorpresa, suonò al mio campanello (ancora oggi non so come abbia fatto a sapere dove vivessi)
...ed ecco che me lo ritrovi sulla porta di casa, si chiamava (e credo si chiami ancora) Giuseppe, ai tempi una 35ina di anni, un mio ex paziente...si, quando era stato ricoverato da noi eravamo un pochino entrati in confidenza, ma cose tipo "cosa fai nella vita?", poco altro. Quindi vedermelo lì in quel momento mi fece un sacco strano. Cmq, 35ina, bruno, fisico robusto, quasi tozzo direi, basso e ben piantato a terra, muscoloso...di viso però 4 meno meno, bruttino. Anche un po' pelatino...della serie: quanto di più lontano ci sia dal mio prototipo di uomo ideale. "Ciao ...
... Elisabetta, ci tenevo tanto a farti gli auguri di persona, ecco un pensiero per te, sei stata così carina con me quando ero ricoverato"...un panettone corredato da bottiglia e un paio di salsicce di cinghiale, ricordo ancora. Sorrisi, più per l'imbarazzo che per altro, lui parlava e io gli sorridevo, imbarazzata, ero in difficoltà...evidente...mi capita quando non so bene come comportarmi, quando sento di non avere il controllo assoluto della situazione...e di me...lui parlava, mi raccontava della sua vita, del lavoro e della famiglia...e io gli sorridevo, annuivo....ed eccolo a raccontarmi della sua storia finita, aveva un'ex moglie, e dei figli, più di uno. "Aspetta, tagliamo il panettone" riuscii a dire, interrompendo il suo monologo...andai in cucina, per prendere il coltello, lui mi seguii, perché improvvisamente me lo ritrovai dietro di me, io di schiena e lui appoggiato a me...frazioni di secondo, forse secondi...il cuore mi si fermò...le sue mani sui miei fianchi...io fissavo il muro, non respiravo, sentivo il suo respiro, sul mio collo...e le sue mani a cingermi i fianchi...non parlava più e io non sorridevo più, forse perché sapevo che non poteva vedermi
...quel giorno indossavo una tuta, sapete quelle tutone antisesso, larghe, sgualcite e consumate ma che tengono un gran caldo...ecco, una tuta così, immaginatela rossa, bande bianche...Giuseppe mi abbracciò da dietro e le sue mani dai fianchi salgono, salgono fino a cingermi i seni, uno con una mano ed uno con ...