1. La pelle di perla.


    Data: 29/10/2023, Categorie: Etero Autore: Arturo72, Fonte: Annunci69

    Capita che certi incontri meritino di esser ricordati, e condivisi.
    
    Capita anche che, talvolta, possano esser scritti a 4 mani.
    
    Questo ne è un esempio.
    
    LUI
    
    La città era una di quelle che aveva frequentato a lungo, nel recente passato.
    
    In quella stazione dei treni, però, non era mai entrato prima. A dirla tutta, erano mesi che non entrava in una stazione ferroviaria.
    
    Lei lo fissava, camminando verso di lui. Lui confermò a sé stesso che quella vista era ancor più piacevole del ricordo. “Ciao, straniero…”, disse lei con un misto di esitazione e curiosità. “Benarrivata, straniera”, rispose lui, sulla stessa falsariga di tono. “Lo immaginavo questo profumo”, le disse vedendosela sfilare davanti, sicura su quei tacchi. “Seguilo, allora”, rispose lei, allontanandosi e ondeggiando elegantemente quel culo con una consapevolezza da Oscar.
    
    Si fermarono nel primo posto utile per poter togliersi la sete, ed entrambi si accodarono alla fila dei clienti, alla cassa. In alto le gigantografie dei panini. In basso la loro voglia. Lei davanti. Lui dietro, a pochi centimetri. Quel tanto che bastava per non perdere quel profumo. La fila scorreva, pian piano, e con la fila anche loro avanzavano un passo alla volta. Lei appoggiò il peso su un piede, e sollevò la punta dell’altro. Tentennava il piede, ed il tacco era il fulcro di quel movimento. Sembrava impazienza. Forse lo era. “Una coca light”, chiese “mi raccomando tantissimo ghiaccio, grazie”. E quella “esse” ...
    ... raddoppiata sibilò, ammutolendo tutto il locale. O quasi. Il tempo si era fermato, a quella doppia esse. Sparì ogni rumore e brusio di sottofondo. Lui si perse, in quei pochi metri quadrati. Lei non era più li davanti: la coca light con tantissssimo ghiaccio era già nella sua mano. E le sue labbra si stavano già dissetando. La cannuccia godeva per lui. Lei lo guardava, sorrideva. Lui sorrise, senza pensare. Ma non capì che quel sorriso era un segnale per invitarlo a ordinare qualcosa. Da dietro una ragazzina si lamentò, sbuffando. “Una coca, normale. Poco ghiaccio”, chiese lui. Pagò velocemente con qualche spicciolo e girandosi, la cercò. Lei continuava a ondeggiare su un tacco, lo aspettava. Ma non lo guardava. La pelle chiara e delicata, color di perla. Parole, risate, storia, vite, aneddoti. Scopiamo adesso. La gonna di quell’abito era salita oltre il ginocchio. La pelle delicata della coscia. Scopami, cazzo. Alzati e fammi seguire il tuo profumo fin dove vuoi. Ma fallo. Parole, scintille e sferzate agli ormoni.
    
    Mordeva e succhiava da quella cannuccia. La cannuccia esplodeva, era evidente. E con la cannuccia esplodeva tutto il resto. Avrebbe voluto accarezzare la pelle di perla, li in mezzo. “Dovevi farlo!”, si sentì dire dopo del tempo. Con rara maestria, avvicinare la mano, poggiarla. E farla salire. Lei avrebbe fatto strada. Ma le parole erano piacevoli. Continuarono fin quando lei le fece cenno di seguirla, ancora. “Dove andiamo?”, chiese. “Seguimi, straniero. Portami a ...
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