cognata repressa … cap. 1
Data: 28/10/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: provinciale, Fonte: RaccontiMilu
... di pranzo mi chiama e mi chiede se quella sera, potevo andare a prenderlo dal lavoro visto che era a piedi, ovviamente risposi di sì visto che tra l’altro sarebbero stati nostri ospiti a cena.
Mandai un messaggio a mia moglie per avvisarla.
Dopo un paio d’ore mi arrivò un messaggio da mia cognata
lei: “grazie per la cortesia”
io: “prego, figurati, quando volete non fatevi problemi”
lei: “caffè? l’hai già preso?”
io: “volentieri, quando vuoi, ciao !” – pensai che lo scambio fosse finito, quella morta di mia cognata non sarebbe riuscita a smuovere neppure una piuma con quella verve caratteriale che si ritrovava. Persino le suore di clausura sono più vive di lei !!!
Bip, messaggio al cellulare, lei: “ho messo la macchinetta sul fuoco, ti aspetto!”
Casa di Elena era a meno di 10 minuti dal mio studio, ce ne misi 5 per arrivare, citofonai, mi aprì e salii.
lei: “accomodati, è pronto !”
io: “ne avevo proprio … voglia”
lei: “lo sapevo, per questo te l’ho proposto, zucchero ?”
io: “sì, grazie”
Si voltò, l’abitino che indossava le fasciava i fianchi che non aveva e metteva in risalto il perizoma che aveva sotto. Indugiò un pochino nel rivoltarsi verso di me, voleva essere certa che le guardassi il culo.
Si mise accanto, con la zuccheriera in una mano e un cucchiaio nell’altra, chiedendomi quanto zucchero versare. Non risposi, la guardai negli occhi e infilai una mano tra le sue gambe, notai immediatamente come fosse liscia la sua ...
... pelle, delicata.
Feci salire la mano sulle cosce fino alla figa che toccavo con le dita da sopra il triangolino del perizoma. Mi guardò senza particolari espressioni, solo un forte tremolio che finì con un gemito di piacere mi fece capire che la mia violazione era ben accetta.
Pose la zuccheriera sul tavolo e ci poggiò entrambe le mani, la mia intanto rovistava sotto la sua gonna, con l’altra bevevo il mio caffè sorridendole in faccia.
Le mutande erano fradicie, la figa era un lago, ci infilai il dito medio con estrema facilità. Mi alzai e la spinsi verso il lavabo continuando a tenerle il dito dentro. Volevo sentirle dire quello che voleva e perché lo voleva. Glielo domandai.
– Carlo non riesce a scoparmi più una volta al mese se va bene, mia sorella dice che te la fai 3/4 volte a settimana se non di più. Non resisto, voglio sentirmi donna, non voglio lasciarlo, non voglio fare cazzate.
Con il dito avevo cominciato a scoparle la figa, era pieno dei suoi umori. Lo portai alla bocca e me lo leccai senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
– Chi dice che tua sorella non ti abbia mentito?
– Ieri sera ho sentito quello che vi dicevate, ho capito che non mentiva.
Le sollevai il vestito, passavo dal culo alle cosce, alle gambe, al buco del suo culetto. In quel momento non era più la cognata insulsa, quella che non noti, ma una figa da trombare, una figa da usare, una donna da riempire.
Sbottonai il pantalone e tirai fuori il cazzo che ormai era ...