Ritorno al noccioleto - parte 1
Data: 25/10/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69
... farmi scoprire.
Durante l’estate, al noccioleto, prestai attenzione alle cure che lo zio dedicava a sua moglie.
Mi resi conto che, anche durante il lavoro, appena possibile, le sue mani si insinuavano sotto la gonna di lei, facendola fremere.
Molte volte, con una scusa, finsi di allontanarmi, lasciandoli soli e molte volte assistetti di nascosto alla foga insaziabile di quell’uomo, che prendeva la sua donna ovunque, sulla terra, contro gli alberi, dentro il trattore e tra i mucchi di foglie.
In tutte quelle occasioni non riuscii mai a vedere il suo cazzo.
La zia giaceva sempre supina e lui la dominava, con la schiena enorme solcata dalle unghie di lei e il bacino robusto che martellava con veemenza.
I gemiti di zia Marzia mi facevano immaginare che la dotazione di quello stallone dovesse essere notevole e, nella mia mente sconvolta, assegnavo un cazzo ciclopico ai coglioni gonfi che intravedevo durante i loro amplessi.
Di notte, tra il sonno e la veglia, allargavo le gambe nel letto e fino all’alba non facevo che accarezzarmi l’uccello durissimo, immaginando il peso del suo corpo spingere ossessivamente contro di me.
L’estate trascorse in questo stato confusionale.
Alla fine di settembre mi trasferii in città per frequentare l’università e per l’intero anno non vidi mai più lo zio.
Il pensiero di lui, però, mi ossessionò.
Lontano dal paese non facevo che ...
... cercare maschi desiderosi di compagnia.
Scoprii che i tratti delicati che i miei compagni di liceo avevano così selvaggiamente schernito rappresentavano per molti oggetto di forte desiderio.
Cominciai a prendere consapevolezza del mio corpo e, finalmente, a piacermi.
La notte, nella mia camera di studente fuorisede, ospitavo gli uomini di mezza età conosciuti al bar poche ore prima.
Dormii con operai, medici, avvocati, tassisti. Uomini soli bisognosi di piacere ed uomini sposati in cerca di compagnia. Corpi segnati dall’età e corpi ancora prestanti.
Non mi curavo né del loro ruolo sociale né della loro storia personale.
Quello che volevo era solo nutrirmi del loro desiderio.
Li lasciavo sfogare tra le mie gambe, accarezzare la mia pelle liscia, leccarmi il collo e i lobi delle orecchie mentre, in preda alla febbre della passione, mi dicevano che ero una troia nata per farmi scopare e, quando conficcavo le unghie nelle loro schiene nude, come avevo visto fare a zia Marzia, urlando loro di scoparmi più forte e di venirmi dentro, fissavo il soffitto con gli occhi sbarrati dal piacere, immaginando che il corpo che accoglievo tra le mie cosce fosse quello di zio Gaetano.
Quella sera, dopo essermi segato, andai a dormire in preda a questi pensieri, contento che il giorno seguente avrei fatto ritorno nel luogo dove la mia nuova vita era di fatto incominciata.
Il noccioleto.