Ritorno al noccioleto - parte 1
Data: 25/10/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69
“Paolo, vieni a raccogliere le nocciole quest’ anno?”
Zio Gaetano mi fissava immobile sull’uscio della camera da letto.
Lo sguardo, ad un tempo contrariato e compassionevole, tradiva la convinzione che un ragazzo di vent’anni non avrebbe dovuto trascorrere l’inizio di agosto chino sui libri.
Sollevai il capo dal testo universitario e, ancora sovrappensiero, indugiai sulla sagoma alta e robusta di quell’uomo.
L’abbronzatura dei campi risaltava sulla polo bianca e i calzoni corti lasciavano intravedere le gambe taurine coperte di peluria.
Il viso segnato dimostrava i cinquant’anni appena compiuti, ma la chioma folta e leggermente incanutita, il metro e novanta e le spalle enormi rendevano lo zio ancora un maschio piacente.
“Va bene” risposi, preoccupandomi del tempo che quell’occupazione avrebbe sottratto ai mei studi di legge.
“Passo a prenderti domattina alle cinque, fatti trovare vestito” borbottò mentre era già lontano.
Mi buttai sul letto e presi a riflettere sul significato che la raccolta delle nocciole aveva avuto nella mia vita.
Durante gli anni del liceo quel rituale estivo aveva rappresentato, per me, una fuga dalla realtà ed una finestra su me stesso.
Già allora, infatti, i miei enormi problemi relazionali erano legati all’ omosessualità, della quale, ingenuamente, non ero neppure consapevole.
I miei compagni di classe, invece, decisamente più precoci, ne erano perfettamente consci e schernivano in continuazione i miei ...
... lineamenti delicati, la barba rada, il corpo liscio e le movenze gentili.
Mi sentivo solo, seppur circondato di persone ostili.
Ecco perché, anche la scorsa estate, a giugno, terminati gli esami di maturità, preferii interrompere ogni rapporto con i miei coetanei e seguii zio Gaetano e zia Marzia al noccioleto, per aiutarli a radunare le tonnellate di frutti negli enormi sacchi di iuta che loro avrebbero poi rivenduto alle fabbriche dolciarie del circondario.
Durante quelle giornate in campagna presi coscienza dei miei desideri.
La vicinanza di zio Gaetano, la sua spavalderia, il modo diretto e insieme delicato di rivolgersi a me e alla zia mi avevano sempre fatto sentire protetto, sin da quando ero un bambino.
Durante quell’estate, però, dovetti ammettere a me stesso lo che slancio che provavo nei suoi confronti altro non era che pulsione sessuale.
L’episodio che accese la mia consapevolezza è ancora oggi impresso nella mia mente.
Stavo cercando di raccogliere dei frutti di gelso da un ramo troppo alto quando sentii le sue mani cingermi i fianchi sottili e sollevarmi.
“Devi mangiare di più” disse “Non pesi quasi nulla”.
Rimasi impietrito.
La barba ruvida graffiava contro la pelle lasciata scoperta dai calzoni corti e il fiato caldo soffiava tra le mie gambe come un vento indiscreto, fino al punto in cui il desiderio di essere preso esplose, improvviso ma inequivocabile.
Un’ erezione incontrollabile mi costrinse a scappare lontano da lui senza dare ...