1. Incesto - 2


    Data: 21/10/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... guizzo si rigirò a sessantanove e abboccò il sesso del fratello, cucchiaiandoselo in bocca con la lingua, dopo aver dato alcune slinguate appassionate al glande ancora bagnato della precedente eiaculazione.
    
    Una volta messo al sicuro il suo pisellone, Mino riprese a succhiare con maggiore fervore, cercando di imitare quanto sentiva fare dal fratello. E nella loro plateale inesperienza si inventarono le acrobazie più goduriose, senza escludere diverse raschiate di denti, che lungi dal far male, sembrarono acuire maggiormente la loro frenesia.
    
    Ad un tratto, Val, mollò il cazzo di Mino e cominciò a leccargli ingordamente le palle, per fortuna poco pelose; le slinguava tutt’attorno, le prendeva in bocca una alla volta, succhiandole come acini d’uva. Mino gemeva sotto la veemenza del trattamento, ma non seguì il fratello nella nuova esplorazione: era ancora presto, doveva ancora metabolizzare la novità assoluta di quel pompino.
    
    Val invece era scatenato: dopo avergli ruminato le palle in lungo e in largo, proseguì istintivamente il percorso obbligato che si trovava davanti, leccandolo e mordicchiandolo lungo tutto il perineo, finché il naso gli andò a sbattere nel buco del culo. Senza soluzione di continuità, Val, allargò un po’ di più le chiappe del fratello e gli affondò più volte la lingua nello stretto orifizio, prima di prendere a leccarlo con tutto l’ardore della sua passione.
    
    D’un tratto si accorse che Mino non lo stava più succhiando; allora si girò verso di lui ...
    ... e vide che lo fissava con aria stralunata.
    
    “Mi stai leccando il culo…”, biascicò con voce incerta.
    
    Val non era più il ragazzino incerto di qualche ora prima: quell’esperienza lo aveva fatto crescere, lo aveva fatto maturare, si sentiva padrone della situazione, adesso.
    
    “Sì, ti sto leccando il culo, fratellone! E mi piace da matti! Mi piace ficcarti dentro tutta la lingua e non dire che non piace anche a te.”
    
    A quel tono sicuro, a quelle parole sfacciate, così lontane dal fratello che conosceva, Mino scoppiò a ridere come un matto.
    
    “Cos’hai da ridere, scemo?”, fece Val, contagiato pure lui dalla ridarella dell’altro.
    
    “Sei tu, tesoro… Sei tu che mi fai ridere… Mi sembra quasi di non riconoscerti più… e non mi riconosco più neanch’io! Ma ti rendi conto che stiamo facendo sesso come due frocetti incannati?”
    
    “Non stiamo facendo sesso come due frocetti incannati, - gli disse allora Val, tornando a stenderglisi accanto – stiamo facendo l’amore come due ragazzi che si vogliono bene… perché io ti voglio bene, Mino… Non so tu, ma io ti voglio bene e se non avessi paura di spaventarti, ti direi che ti amo.”
    
    Sentirsi fare quel discorso dal fratello di sedici anni, colpì profondamente Mino: si rese conto che tutto era cambiato quel pomeriggio, era cambiato lui, era cambiata la percezione che aveva di se stesso, era cambiata l’immagine che aveva del fratello… era cambiato il fratello stesso: non era più il ragazzino insicuro, a volte appiccicoso, era un adulto che ...