Il gioco della bottiglia
Data: 20/10/2023,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: LucasFromParis, Fonte: Annunci69
Il Gioco della Bottiglia
Maya si alzò. I lunghi capelli biondi le incorniciavano le spalle. L’intimo nero che ancora (per poco) indossava valorizzava le sue curve. Tutti la ammirarono. Mi alzai a mia volta e guardai dritto i suoi occhi; vi lessi gioia, divertimento, voglia di vivere. Vi lessi la spontaneità della ragazza giovane quale era frammista alla consapevolezza di una donna che aveva già percorso un tratto importante nella sua crescita personale. Vi lessi anche altro, vi lessi l’Accoglienza. Mi stava accogliendo, nel quadro di un gioco nel quale lei e il suo compagno Marco avevano voglia di darsi.
Passo dopo passo la ragazza colmò la breve distanza fra noi; il cuore mi scoppiava in petto. Buffo vero? Io, proprio io che avevo provato le situazioni più estreme e trasgressive, ero emozionato come un ragazzino anche se la “penitenza” era davvero leggera. Ci trovammo faccia a faccia e successe. Successe come una magia. Le posi le mani sulla curva elegante e sensuale dei fianchi, brividi quando le sua invece si appoggiarono sulle mie spalle nude. L’ultimo tragitto era quello delle nostre bocche. Come in slow motion le sue labbra erano sempre più vicine, poi la scintilla. Quel bacio, che da regolamento sarebbe durato esattamente un minuto, mi fece battere il sangue nelle vene con forza. Le nostre lingue si toccarono, la tua bocca si schiuse immediatamente godemmo a occhi chiusi di quel contatto. Così maledettamente intimo. Per un breve istante esistemmo al mondo solo ...
... noi due e il nostro bacio. Il crudele timer si incaricò di concludere il nostro bacio. La vidi tornare a sedersi a fianco del suo uomo, avvertii la complicità che li univa e il gioco proseguì.
Già, il Gioco della Bottiglia. Quanti di noi vi hanno giocato (e chissà se si usa ancora, o se la realtà virtuale che appiattisce e distrugge tutto, lo ha fatto tramontare) nell’età sospesa tra fanciullezza e adolescenza, quando i primi fremiti misteriosi iniziano a cogliere corpi acerbi ma desiderosi di crescere? Quanti di noi lo ricordano con un sorriso? O invece (è il mio caso) ne serbano ricordi più amari, velati da un senso di rifiuto e di esclusione? Quanti ricordano con mai sopita invidia i compagni o le compagne più belli, più sfrontati; quelli cercati e guardati? Per me questo gioco evoca una frase allarmata che disse, anzi gridò una ragazzina piena di paure e diffidenza: “chiudi bene la bocca!” Dopo tanto tempo volevo giocarci ancora, volevo comprendere come, anni dopo e adulto fra gli adulti, fossero cambiate le dinamiche. Inoltre, avendo partecipato a mia volta a numerose feste private, avevo notato come il passaggio dalla fase più sociale (bere, presentarsi, chiacchierare…) a quella spinta qualche volta non fosse fluido come secondo me dovrebbe essere. Volevo gestire il passaggio in un modo scanzonato, leggero. Tornare un po’ tutti bambini dato che il Gioco è (anche) un tornare bambini liberi e spontanei per quanto possibile. Liberi da pregiudizi e blocchi. Avevo deciso la ...