1. Irene, la collega (Ep. 3 – La pausa estiva).


    Data: 12/08/2018, Categorie: Etero Autoerotismo Autore: Raccontami_lu, Fonte: RaccontiMilu

    ... filo dell’acqua sulla quale stavo cercando di galleggiare per rilassarmi totalmente.. Dovetti contrarmi e tornare con il corpo sott’acqua per evitare che qualcuno se ne rendesse conto, altrimenti sai che bella figura..?Vedere le dita delle mani iniziare a raggrinzirsi era il segnale che mi aveva fatto appena capire di essere arrivato al momento di uscire dall’acqua, così mi avviai con qualche bracciata per ritornare indietro, cercando di minimizzare la resistenza della “nuova pinna” nel rientrare al proprio posto.
    
    Mi misi al sole godendomi i raggi del sole che velocemente facevano asciugare la pelle e il costume. Dopo una ventina di minuti, quando potevo dire di essere quasi asciutto, presi il telefono per scorrere un po’ fra i social e controllare le notifiche.
    
    Fu lì che notai un messaggio di Irene – IR: Ciao come stai? – IO: Wei.. ti ho pensata poco fa, tutto bene dai.. e tu? – IR: Mi hai pensata? Quando? Come? – IO: Ero a largo, in acqua, e ripensavo a come fosse stato possibile che io e te siamo arrivati a diventare così complici.. – IR: Ti dispiace? – IO: No, affatto.. anzi.. – IR: Anzi? – IO: Temevo che una volta tornati dalle rispettive ferie tu non considererai più quanto accaduto negli ultimi giorni / settimane. – IR: Scemo.. Secondo te io non ci sto ripensando? – IO: Davvero? – IR: Si.. Per esempio un’ora fa mi sono masturbata.. – IO: Pensando a cosa? – IR: Al tuo cazzo dritto nella mia bocca, a prenderlo e succhiarlo avidamente e far colare la saliva fino a ...
    ... terra.. fino a gocciolare.. – IO: Oddio! Già mi era diventato duro prima quando ero in acqua, ma qua in spiaggia diventa complicato nascondere l’eccitazione. – IR: Perché non ti masturbi? – IO: Perché sono in un luogo pubblico? – IR: Non c’è un bar? Un locale con dei bagni? – IO: Si qui vicino ce n’è uno.. – IR: Vacci, ora!
    
    Non fu nemmeno necessario risponderle a quel messaggio, lei sapeva che avrei eseguito alla lettera qualsiasi cosa mi avrebbe imposto di fare.. Avevo il cazzo così duro che mi faceva male tenerlo dentro al costume, volevo tirarlo fuori e segarmi con foga fino a liberarmi ripetendo nella mia testa il suo nome, e immaginando la sua faccia lì davanti a me.
    
    Arrivai al bar con il telo legato attorno al costume, cercando di minimizzare l’apparente eccitazione.
    
    Chiesi del bagno dopo aver bevuto un caffè (e questa volta mi ricordai di berlo per non destare sospetti).. Venti secondi dopo avevo chiuso la serratura alle mie spalle e ripreso in mano il telefono per scriverle – IO: Sono in bagno – IR: Bravo, anche io.. – IO: Che cosa stai facendo? – IR: Mi sto facendo colare la saliva dalla bocca, e mi sto bagnando la faccia, il collo, le tette, e fra poco penso che scenderà ancora di più.. – IO: Sei eccitata? – IR: Si.. – IO: Quanto? – IR: Abbastanza perché il tuo cazzo appoggiandosi appena alla mia figa possa scivolarci dentro e riempirmi all’improvviso..
    
    Questi messaggi mi devastavano, sentivo delle scosse di piacere incanalarsi lungo la spina dorsale e ...