Il prezzo duro dell’affitto
Data: 15/10/2023,
Categorie:
Tradimenti
Autore: rispettoso8, Fonte: Annunci69
... dimenticare di quel particolare.
Mi avvicinai silenziosamente e sbirciai dentro di sottecchi. Appena nascosto dal vapore caldo dell’acqua bollente mi apparve un corpo stupendo, pelle bianchissima color latte immersa in una furiosa cascata di capelli rossi che proseguivano giù fino alle spalle magre. Più in basso, bello nella sua rotonda perfezione, quel culo così composto, quasi solenne, faceva da altare alle splendide gambe levigate e rese toniche dalle intense sessioni di palestra. Si voltò, e mi comparvero davanti i suoi grossi seni, pallide tette il cui candore era interrotto solo dal rossore dei capezzoli. Erano sode, rotonde, e molto più grandi di come me le ero immaginate al di sotto delle lunghe vestaglie che era solita indossare. Avevo in casa una creatura meravigliosa.
Sentii l’erezione crescere nei miei pantaloni, ingrandirsi a dismisura. Portai la mano sulla patta e cominciai a sfregare, dapprima dolcemente poi con sempre maggior frenesia. Poco dopo mi ritrovai con l’uccello in mano, menandomelo furiosamente, a occhi chiusi.
Quando li riaprii, difficile da descrivere con le parole, Lucia era lì davanti a me, ancora nuda e bagnata, braccia conserte sotto il petto straripante e lucida rabbia scintillante nello sguardo. Mi stava fissando.
«Tu…schifoso maniaco…PORCO!! RACCOGLI LE TUE COSE E VAI FUORI DA CASA MIA!! SUBITO!!»
Io per tutta risposta me ne restai lì, col pacco in tiro serrato tra le mani grondanti sudore, a fissare quel corpo da urlo che ...
... sembrava volesse trafiggermi con gli occhi. Proprio quegli occhi che ora erano fissi sul mio pene e non si staccavano, e allora mi parve di scorgere un leggero cambiamento nel suo sguardo, un veloce balenio in quelle profonde iridi color legno. Con un colpetto di bacino misi ancora meglio in evidenza la mia grossa erezione e allora fui sicuro: a Lucia il mio grosso cazzo piaceva eccome! E infatti mi bastò quel piccolo movimento per mettere le cose in chiaro, talmente in chiaro che lei fu subito su di me, in ginocchio e con le mani serrate ad artiglio attorno al mio membro.
Iniziò un leggero avanti-indietro, tastandolo piano con le dita e di tanto in tanto accarezzandolo teneramente con la punta della lingua. A me parve subito di impazzire.
«Sapevo che eri una cagna» mi lascia sfuggire, preso dall’eccitazione. Lei serrò più forte la presa fino a farmi male e facendomi pentire di quello che avevo detto, il pene ormai paonazzo per la pressione delle dita.
«Non usare più queste parole con me, hai capito bastardo?»
Io capivo certo, ma lei era già lì con metà del mio uccello nella sua bocca, poi tutto quanto fin quasi in gola, continuando di tanto in tanto a stantuffare con le mani. Mi appoggia al davanzale del bagno, tirandomi indietro con le braccia e gustandomi esterrefatto quel momento. Non mi capacitavo di quel che stava succedendo, ma allo stesso tempo era sul punto di venire. E infatti bastarono altri quattro-cinque minuti e mi lascia andare, dritto sul viso di ...