1. Il prezzo duro dell’affitto


    Data: 15/10/2023, Categorie: Tradimenti Autore: rispettoso8, Fonte: Annunci69

    Come spesso accadeva di lunedì sera mi andavo trastullando beato nell’intimità della mia stanza, tra una serie TV di dubbia qualità e biscotti altrettanto scadenti, totalmente incurante dell’esame che mi attendeva inesorabile da lì a pochi giorni. Tutto era ordinario, tranquillo ed immobile come spesso accadeva nella noia di quelle quattro mura, e quella sensazione eterea pareva destinata a protrarsi immutata nelle ore a venire, quando invece un urlo feroce squarciò il silenzio come una lama affilata, un urlo feroce di femmina che gronda rabbia e cattiveria e nulla di buono. La porta si spalancò sbattendo sul muro con un tumulto, e Lucia apparve sulla soglia, ritta sulle gambe e con le braccia incrociate al di sotto del seno voluminoso.
    
    Lucia era la mia coinquilina. Lucia era anche la giovane proprietaria della casa in cui da qualche mese vivevo.
    
    Visibilmente alterata, spalancò la bocca e mi investì con tutto il suo disappunto, grida colme di impeto e acida supponenza.
    
    «Ascoltami bene, pezzo di merda» esordì, benevola «queste è la quarta volta che te lo dico, e ti avverto che sarà l’ultima. DEVI PAGARE IL MESE, CHIARO? NON VOGLIO Più SCUSE, SEI Già IN RITARDO DI DUE SETTIMANE! ORA BASTA!» poi sembrò calmarsi per un attimo, e sospirò «Sei un bravo ragazzo e tutto, ma anch’io ho le mie scadenze da rispettare, mi capisci? Hai tempo fino a domani, poi sei fuori.»
    
    Se ne uscì, così come era entrata, senza darmi tempo e modo di replicare.
    
    Nonostante i modi rudi era ...
    ... una bella fica Lucia, tutta tette e culo e le altre curve al posto giusto, capelli rosso fragola e pelle chiara, qualche lentiggine qua e là ad impreziosirne il viso. La sua sfortuna era il caratteraccio che teneva tanti bravi ragazzi alla larga, mentre io vi trovavo invece quel non so che di grezzo e selvatico che mi attizzava ancora di più. Ma guai a pensare a cose del genere; era colei che teneva in pugno il tetto poggiato sopra la mia testa.
    
    Ero nei guai. Al verde, il mio impiego da pizza boy non era bastato quel mese a pagarmi l’affitto, e anzi oramai mi rimanevano in tasca solo pochi euro per mangiare e sopravvivere. Non restava che chiedere qualche soldo ai miei, ma non lo facevo da mesi e solo l’idea mi faceva sprofondare nella vergogna. Cosa fare? Probabilmente Lucia non mi avrebbe davvero sbattuto fuori l’indomani mattina, ma c’era da giurarci che in un paio di giorni mi sarei ritrovato con il culo per terra.
    
    Mi alzai, morale a pezzi, e mi diressi verso la cucina. Per stemperare la tensione l’unica cosa che mi riesce da fare è mangiare. Mangio, mangio, mangio. Non risolve i problemi ma dà una mano.
    
    L’immagine di un grasso panino imburrato con prosciutto e cetriolini riempiva già la mia mente, ma perse del tutto consistenza quando udii una voce femminile cantare, e il mio corpo si arrestò. Proveniva dal bagno e stava scandendo una bella canzone di quelle tristi. Era Lucia. La posta era socchiusa, strano da parte sua, la sfuriata precedente l’aveva forse fatta ...
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