Startrail con Dolomiti – 2
Data: 07/10/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... abituata a vedere un uomo apprezzare il gusto del suo sesso. Ma, da quanto aveva raccontato, era stata per anni con un idiota che ne aveva minato in continuazione la sua autostima. La provocai sorridendo soddisfatto e promettendole che la volta successiva era mia intenzione suggere quell’ambrosia dalla fonte. Lei divenne rossa in viso, ma l’imbarazzo non riuscì a prevalere nei suoi lineamenti sulla speranza che succedesse realmente. In un ultimo slancio di passione, le presi il viso e le appoggiai un bacio sulle labbra. L’imbarazzo scomparve. Afferrai la fotocamera per la cinghia, la misi al collo e chiesi alla fanciulla di rimettersi in posizione mentre eseguivo un nuovo, veloce controllo delle impostazioni. Sollevai la macchina, posi l’oculare davanti all’occhio sinistro e composi l’immagine. Emma compariva adesso ben più felice e sicura di prima, uno splendido sorriso illuminava il suo incantevole viso. Però avremmo potuto fare anche di meglio. – Sei davvero calda, bambina… – le dissi, – Il suono del tuo respiro mentre le mie dita erano dentro di te è la musica più dolce che abbia mai sentito. Voglio ancora sentirti gemere contro la mia spalla, la mia mano bagnarsi del tuo piacere… La vidi attraverso l’obbiettivo gonfiarsi trattenendo il fiato, il suo seno apparire più grosso, i suoi capezzoli diventare perfettamente visibili sotto il tessuto della maglietta, il sorriso perdere l’allegria a favore dell’eccitazione, i denti superiori mordere il labbro inferiore, i suoi ...
... occhi luccicare come le stelle nella notte… “Le stelle nella notte”, pensai: l’immagine delle stesse fece sorgere un’idea nella mia mente. Quasi senza rendermene conto, premetti il tasto e la fotocamera fece una serie di scatti in raffica per qualche secondo con un suono meccanico appena udibile ma ben riconoscibile. Fu Emma, correndo verso di me, impaziente di vedere come fosse venuto nei miei scatti, che mi riportò alla realtà. Batteva davvero le mani e saltava come una bambina di sette anni davanti ai regali sotto l’albero o ad un cucciolo. – Fammi vedere! Fammi vedere! Voltai la macchina verso di lei perché potesse avere visione sul piccolo display e premetti il tasto di visualizzazione. Si appoggiò di nuovo a me, il suo seno che entrava in contatto con un mio braccio, il cuore che le batteva al ritmo della felicità. – Ma è bellissima! – esclamò, per poi darmi un bacio su una guancia. – Grazie! Sì, era bellissima, al punto da togliermi il fiato: dietro di lei, le tre cime di Lavaredo erano solo dei sassi strani privi di senso. In quanto alla foto, il passaggio in un paio di programmi di fotoritocco non avrebbe fatto che del bene, aumentando leggermente la saturazione e il contrasto, e raddrizzandola di una manciata di gradi. Sì, d’accordo, non faceva poi nemmeno così schifo, lo ammisi, per essere una foto scattata al volo con una macchina che non conoscevo e senza un filtro polarizzato sull’obiettivo, con un dito ancora bagnato di trasudo vaginale e la mente invasa dal ...