1. Quella troia di mia cugina


    Data: 18/09/2023, Categorie: Tradimenti Autore: rispettoso8, Fonte: Annunci69

    ... mutande ed ora, dopo giorni, Lei richiamava.
    
    “Ciao cuginetta…!” la salutai con un tono cordiale ed allusivo…
    
    “Non credi che dovremmo parlare?” mi disse ansiosa e nervosa.
    
    “Si, certo. Quando… vuoi….!”
    
    “Come, quando voglio?… Succedono cose così… così gravi… e tu… tu mi dici quando vuoi?”
    
    “Affatto:…voglio… voglio solo dirti, che ne parliamo quando… ne hai voglia!… Quando ne hai voglia tu!… Per me…quando vuoi!… Anche subito, se vuoi…!”
    
    “Mah, così… subito… non so…Mi metti in difficoltà…però…”
    
    “Sei a casa?…Vengo ora stesso…Vengo ora … vengo da te…preparati, che sto venendo!”
    
    Chiusi divertito. Avevo ripetuto la parola “voglia” e “vengo” tante di quelle volte che il turbamento che avvertivo ci stava tutto: i giorni trascorsi dovevano essere stati, per lei, un vero e proprio tormento: ragione, educazione, ritegno… reclamavano il conto per quanto era successo… ma l’emozione ed il turbamento… non doveva essere stata una cosa da nulla! Questa lotta reclamava un vincitore e la natura insicura, volitiva e repressa di mia cugina, mi rendeva relativamente sicuro dell’esito: sarei stato io a decidere. Questa situazione mi avrebbe potuto creare dei casini, ma se ci fossero state le condizioni, a mia cugina Martina il cazzo, non lo avrei fatto mancare. “Cazzu arrittato nun canusci parentato…” e pertanto partii subito, spavaldo ed ovviamente già eccitato.
    
    Il residence di Martina era appena fuori dalla città, un solido, antico complesso rurale da poco ristrutturato ...
    ... sulle falde della collina che domina la città, in cui vivevano prevalentemente giovani coppie della città bene. Ci bazzicavo spesso per i tanti amici che vi ci abitavano: a qualunque orario a nessuno sarebbe sembrato strano vedermi lì, neanche alle tante e pettegole amiche di Giusy, la mia ragazza, che – provvidenzialmente – in quel periodo studiava fuori città.
    
    Mi aprii in accappatoio, sublime manifesto della sua condizione, icona della sua indecisione: già mezza pronta, già mezza vestita…pensai, mezza nuda e mezza no, mezza santa e mezza troia… La cosa mi fece sorridere.
    
    “Scusami, dovevo uscire e non ce l’ho fatta a finire di prepararmi…”
    
    Già, la brava vestale si stava preparando al suo sacrificio… – pensai ancora, sorridendo.
    
    “Entra…vieni dentro… scusa, dove ci mettiamo? Ci mettiamo in salotto? Vuoi qualcosa?…”
    
    Era imbarazzatissima ed io sardonico. Si sedette su una poltrona a gambe strette, con i gomiti posati sulle ginocchia e le mani intrecciate e nervose. Così rigida era pronta al suo sermone. Che ascoltai sedendole di fronte, comodo sul divano, rilassato ed assertivo.
    
    “Ti ho chiamato perché cose come quelle dell’altra sera sono gravissime… in questi giorni sto impazzendo nel pensare come mai sia potuto accadere… mai e poi mai io avrei pensato che io… che tu… etc, etc….. insomma io ho sempre avuto il massimo rispetto, per te… la mia educazione… i miei principi…non… sicuramente abbiamo bevuto troppo…si! È stato sicuramente l’alcool, perchè non è da te…ed ...
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