Il compagno di mia mamma (Prima parte)
Data: 14/09/2023,
Categorie:
Racconti Erotici,
Etero
Autore: Raf90, Fonte: RaccontiMilu
... compagna, ma stava godendo e non riusciva a farmi smettere. Intanto, inesorabile, la mia mano andava su e giù col cazzo bollente in pugno, lo scappellavo tutto. Sempre delicatamente, gli calai i calzoncini e gli slip alle caviglie, poi gli allargai le gambe nel possibile per non intralciare la sua guida, mi calai su di lui e presi a leccargli le palle. Ero infoiata e vogliosa del suo cazzo. Lo volevo tutto in bocca.
Mi fermai e, con tono da troia navigata, gli chiesi: “ti hanno mai fatto una pompa mentre guidi”? Lui, con la voce rotta dall’eccitazione, ripose: “si, tua mamma”. Maliziosamente risposi: “ma io credo di essere più brava di lei a succhiare un cazzo come il tuo” e ripresi a leccargli i coglioni, per poi salire sull’asta nodosa fino ad arrivare alla cappella durissima che mi portai tra le labbra cominciando a succhiarla; ne percepivo l’odore e il sapore, me la gustavo ingordamente, avevo voglia del suo cazzo duro. Con le tette dure schiacciate sulla sua coscia destra, cominciai a fargli un pompino incredibile. Reggendo il cazzo alla base, andavo su e giù ritmicamente mugolando dal piacere intenso che mi provocava il succhiare il cazzo del mio “patrigno”. Lui era in estasi, godeva come un porco, con una mano sul volante e l’altra sulla mia testa, mentre io con la lingua gli solleticavo la cappella tutta, la leccavo dalla punta al frenulo, fino al prepuzio, poi la riportavo in bocca ingoiando l’intero cazzo ben decisa a farlo venire nella mia bocca. Gli stavo ...
... sparando un super pompino, umido e selvaggio. Lo avevo desiderato tantissimo nelle mie fantasie erotiche. Ero come impazzita con la bocca e la lingua sul suo cazzo duro, gonfio, eccitante, con la cappella lucida e turgida da leccare e ciucciare allo sfinimento. Era resistente, non raggiungeva l’orgasmo, ma la mia bravura da pompinara presto ebbe la meglio. Ero impaziente di ingoiare, avevo sete di sborra bollente da mandare giù.
E così feci una pausa, poi guardandolo negli occhi gli dissi: “sborrami in bocca”. Lui con un cenno del capo, mi fece capire che era quello che voleva. Ad occhi chiusi ripresi quel pompino indecoroso, notavo dei rallentamenti dell’auto ogni volta che raggiungeva l’apice del piacere mentre io infoiata, col suo cazzo in bocca, sapevo che lo facevo godere da matti.
Dopo pochi minuti, mi ricompensò. Infatti, mentre andavo su e giù sul cazzo, improvvisamente una brodaglia calda e densa mi inondò la bocca, la sostanza appiccicosa mi colpì la lingua e il palato; stava venendo, con schizzi copiosi e violenti, mi stava sparando in bocca una quantità enorme di sborra. Uh come mi sentii troia con la bocca piena di sborra del mio patrigno da assaporare e poi mandare giù. Agostino si era lasciato scappare un prolungato lamento di piacere mentre veniva nella mia bocca tenera e giovane. Quella cappella che sputava sborra era inebriante, un’esperienza che mi mandò in visibilio. Aiutavo lo sperma ad uscire dall’uretra succhiando la cappella con uno schiocco delle ...