1. Non bacio e non succhio


    Data: 10/09/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    “Ma di’, sei impazzito?”, esclamò Rudy, vedendo l’altro sfoderare una sleppa di almeno venticinque centimetri.
    
    L’altro lo guardò senza capire.
    
    “E tu vorresti ficcarmi quell’affare lì?”
    
    L’altro, che si chiamava Giulio, abbassò gli occhi stupito a guardarsi l’appendice fuori dalla patta: francamente, non capiva dove fosse il problema.
    
    “Ma, scusa, - fece – da quand’in qua ti spaventa un uccello?”
    
    “Non mi spaventa “un” uccello, - ribatté piccato Rudy – mi spaventa quell’uccello! Ma te lo sei mai visto?”
    
    “Se me lo sono visto? – scoppiò a ridere l’uomo – Sono quarantacinque anni che me lo porto dietro! Cos’ha di particolare? Saranno sì e no venticinque centimetri.”
    
    “Sì e aggiungici lo spessore!... quello è un bazooka, ecco cos’è!”
    
    In effetti, adesso che aveva raggiunto il pieno turgore, quasi eccitato dal fatto che si stesse parlando di lui, l’uccello di Giulio faceva alquanto impressione, lungo e massiccio da far venire qualche dubbio anche al più esperto professionista.
    
    Cosa che infatti era Rudy, all’anagrafe Rodolfo, che si era dato quel nome di battaglia nel profilo che aveva in un sito di escort.
    
    “Mi dispiace, ma non me la sento.”, disse Rudy, tirandosi su le mutande e facendo per reinfilarsi i pantaloni, che si era appena tolti.
    
    “Fermo, che fai?”
    
    “Mi rivesto e me ne vado. Non voglio farmi rovinare da quel coso lì.”
    
    “Ma, scusa, sei un battone in fin dei conti: dovresti averne visti di tutti i colori.”
    
    “Intanto, battone lo dici a tuo ...
    ... fratello! – si indignò Rudy, puntandogli il dito contro – Io sono un escort, che c’è differenza. E poi, sì, ne ho visto di tutti i colori, ma erano persone a modo, che sapevano come prendermi, non come te che lo tiri fuori con quell’aria da “guarda cos’ho per te”, e non mi sbattevano in faccia che sono un battone. Perché se io sono un battone, tu sei uno che con i battoni ci va! E adesso pagami, ché me ne vado.”
    
    “Pagarti?”, fece Giulio con aria mogia, mentre, a quella reprimenda, l’uccello gli si era afflosciato e penzolava molle fuori dalla patta.
    
    “Certo, che devi pagarmi: o pensi che sono venuto per niente. Ok, non abbiamo consumato, ma il tempo l’ho perso e quello me lo devi pagare.”
    
    “Certo… certo… Come vuoi… - disse Giulio con aria ancora più affranta – Non è per i soldi… è che mi piaci, Rudy, mi piaci veramente…”
    
    Tirò fuori alcuni biglietti dal portafoglio e gli si avvicinò per darglieli. Rudy allungò la mano per prenderli, ma stringendoli fra le dita:
    
    “Per favore, resta. – lo pregò Giulio – Mi fai soltanto una sega…”
    
    “No, me ne vado, mi hai fatto scazzare…”
    
    “Per favore… lascia almeno che ti carezzi… ti carezzo soltanto… Non mi spoglio neanche… - e in fretta si rimise dentro l’uccello molle – Sei così bello… Ti carezzo
    
    soltanto…”
    
    Rudy lo fissò, giocherellando con le chiavi della macchina, che aveva già tirato fuori: da un lato, non era immune all’adulazione e gli piaceva sentirsi desiderato; dall’altro, doveva ammettere che Giulio non era affatto ...
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