Nel retrobottega del fruttivendolo.
Data: 03/02/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Masturbazione
Tabù
Autore: Evoman2, Fonte: xHamster
... quell’oggetto la stavano di nuovo mandano nel panico mentale. Come prima, si sentì laida e puttana a godere in quella situazione di violenza e degrado, oltretutto a causa di una parte del suo corpo che lei non aveva mai considerato come accettabile nell’ambito di giochi sessuali. In breve non riuscì a tenere nascosti mugolii e lamenti, a riprova di un piacere che le montava sempre di più dentro. Come prima, appena il fruttivendolo si accorse che lei stava cominciando a godere, immediatamente si fermò, ma non le tolse il cacciavite da dentro. Si levò la cintura dei pantaloni e le disse: “Cara la mia puttana, pensi che stia qui per farti divertire? E invece a divertirmi voglio essere io e il mio divertimento è quello di sentirti urlare”. Così iniziò a colpirla con la cintura sulle tette, facendo bene attenzione a che la parte terminale della cinta finisse sempre a mordere uno dei capezzoli. Il dolore in breve prese il sopravvento su tutto e lei iniziò ad emettere grida di dolore al ogni colpo. “Ma è matto... mi fa male... la smetta... la prego”. Di nuovo veniva fuori un atteggiamento assolutamente remissivo, che tutta la situazione le aveva insegnato a tenere. La signora altera e sicura di sé stava lasciando il posto ad una donna con i sensi in subbuglio, soggiogata da quello che il fruttivendolo le stava facendo e dalle sensazioni che il suo corpo provava. Inoltre ad ogni colpo corrispondeva un sussulto del suo corpo e questo significava che il cacciavite piantato dentro di ...
... lei si muoveva e trasmetteva la sua presenza in modo inequivocabile. Così da una parte sentiva i colpi sui capezzoli e dall’altra il suo ano sembrava impazzire per lo stimolo del manico. Piacere e dolore si stavano mescolando e sovrapponendo, trascinandola in un vortice di sensazioni sempre più forti. Quando i colpi finirono, lei si trovò ad avere due capezzoli estremamente arrossati, ma anche gonfi e duri. In fin dei conti ancora una volta il suo corpo aveva reagito in maniera inaspettata e al dolore piano piano si era affiancato anche un perverso piacere: quello di sentirsi in balia di un uomo violento che usava il suo corpo a suo piacimento e che era in grado di fare provare sensazioni fortissime. Lasciata la cintura, le mani del fruttivendolo si impossessarono dei suoi capezzoli, di nuovo pizzicandoli, torcendoli e tirandoli come mammelle di una mucca da mungere. Ancora una volta si trovò ad inarcare il corpo per cercare di accompagnare i movimenti delle mani dell’uomo per alleviare il trattamento subito e contemporaneamente sentì l’eccitazione montarle dentro. I capezzoli erano in fiamme e sensibilissimi e il suo ano continuava ad avere quella presenza ben piantata dentro di lei. E il tutto la stava di nuovo portando verso il piacere, verso l’orgasmo. Quando i sospiri e i mugolii si stavano facendo più forti, improvvisamente l’uomo smise di toccarle le tette e tirò fuori il cacciavite dal suo ano. Questa volta la reazione della signora fu quella di una belva a cui stavano ...