1. Nel retrobottega del fruttivendolo.


    Data: 03/02/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Masturbazione Tabù Autore: Evoman2, Fonte: xHamster

    Una signora viene portata nel retrobottega di un fruttivendolo e lì viene sottoposta a ogni genere di tortura sessuale. Alla fine lei cederà e non riuscirà a trattenere l'orgasmo più violento della sua vita.
    
    Per tutta la vita aveva solo fatto la signora. Suo marito era un imprenditore di successo e lei era sempre stata a casa a pensare solo ad andare in palestra, dal parrucchiere, dall’estetista. A mandare avanti casa ci pensava la domestica. Poi la crisi aveva colpito anche suo marito e la domestica era stata licenziata. Così ora le toccava sfacchinare per casa e fare la spesa. Quest’ultima cosa soprattutto lei odiava, il dover avere a che fare con negozianti rozzi, brutti e ignoranti. Lei, una signora di così alto lignaggio. Però il fruttivendolo sotto casa tutto sommato non era così brutto. Anzi era un bell’uomo muscoloso e con un modo di fare di chi è abituato ad avere molte donne. Ma lei lo aveva sempre trattato con il massimo distacco, quasi a voler rimarcare la differenza sociale che li separava. Quel giorno, con suo marito fuori città per lavoro, aveva passato gran parte del pomeriggio a non fare niente e solo quasi alla chiusura dei negozi si era ricordata che doveva comprare la frutta. Di malavoglia si vestì e scese per andare dal fruttivendolo. Questo stava praticamente con la saracinesca del negozio chiusa, ma lei riuscì ad infilarsi dentro all’ultimo momento. “Sto chiudendo, signora” disse lui. “Senta, non mi faccia perdere tempo e mi dia 2 chili di mele e 1 ...
    ... chilo di arance. Vorrà dire che oggi andrà a casa un po’ più tardi” disse lei con fare sprezzante e antipatico. La saracinesca era ormai chiusa e lui, facendo finta di compiacerla, le disse: “signora mi accompagni un attimo nel retrobottega, così le posso dare della frutta più bella di quella che vede esposta qui ora”. Lei lo seguì senza porsi troppe domande, in fin dei conti entro pochissimi minuti sarebbe andata via. Ma, appena entrati nel retrobottega, l’atteggiamento del fruttivendolo cambiò istantaneamente. La spinse in fondo alla stanza e chiuse a chiave la porta dietro di lui. “Brutta stronza – le disse – ora ti faccio passare la voglia di trattare male la gente”. “Ma come si permette – replicò lei – apra subito questa porta e mi lasci andare via, altrimenti la denuncio alla Polizia”. “Questo è quello che pensi ora, brutta troia, ma vedrai che ti farò cambiare idea”. La prese per un braccio, la spinse contro una scaffalatura che era fissata alla parete e in un attimo le legò con dello scotch le braccia ai montanti degli scaffali. “Ma è matto, mi lasci andare, la farò pentire di tutto ciò” disse lei quasi urlando. “Si brava urla pure, tanto qui dentro non ti sente nessuno” e intanto con altri pezzi di nastro adesivo le legò anche le caviglie agli scaffali, facendo in modo di farla stare a gambe molto larghe. Lei in un attimo si trovò in preda al terrore, immobilizzata nel retrobottega del negozio e in mano ad un uomo le cui intenzioni non promettevano nulla di buono. ...
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