Giulia la maestrina - Racconti Erotici

Giulia la maestrina

... nessun pelo.

La pelle era molto bianca, risaltavano un po’ di arrossamenti, dovuti forse dalla mia mano non troppo ferma. Vi sfido a rimanere calmi in una situazione simile.

Si accorse degli arrossamenti e mi disse

“ A volte la saliva fa miracoli”.

Di certo non ci voleva il traduttore per capire la situazione. Con fare professionale cercando di rimanere nel gioco cominciai a leccare piano piano le zone arrossate per spostarmi ovviamente nella zona centrale che maggiormente ne sentiva il bisogno.

Leccai quella succosa fica per un tempo interminabile. Una volta forzate le sue grandi labbra, con la persuasione della lingua impertinente, si entrava in un mondo di sapori che da tempo non trovavo così affini ai miei gusti.

Sapore leggermente asprigno ma che andava addolcendosi con le venute che man mano mi regalava.

Giulia si lasciò fare qualsiasi cosa con la mia lingua.

Era venuta per quello ovviamente.

Potere dell’Intuito femminile avermi scelto al buio li in quel parcheggio.

Dopo che mi fui dissetato abbondantemente, prima di proferir parola per ringraziarla di tanta umida generosità mi anticipò.

Ora tocca a me, “Voglio la Cremina”.

Era una persona molto terra terra, molto concreta, non amava essere contraddetta.

Mi misi a sua disposizione.

Mi fece un ottimo pompino, ovviamente aveva un bel “mestiere”. Poi proferì ancora quella frase “ Voglio la Cremina” che diventerà in seguito un mantra.

Ovviamente mi sacrificai ai suoi voleri e ...

... l’accontentai.

Per Giulia quella frase significava che la voleva proprio, Tutta.

La ingoio tutta, gustandosela senza perdere una sola goccia. Esattamente il tipo di donna che prediligo, le ingoiatrici seriali.

Si alzò, mi lasciò il numero di telefono. Un dolce bacio e sparì.

Per i due anni successivi fu estasi e tormento.

Una ragazza veramente fuori dagli schemi.

Faceva la Maestrina d’asilo. Mi disse, con cognizione di causa, che le donne più troie si trovano tra le maestrine. Contemporaneamente mi disse che gli uomini più porci erano gli autisti dei pulman.

Mi raccontava delle serate in cerca di cazzo di lei e le sue due colleghe maestrine.

Telefonava o compariva assolutamente a caso, nei momenti o nelle ore più impensate.

Tipo ti chiamava alle due di notte.

Senza dire un ciao o qualche altra frase “ Ho bisogno di cazzo, trovamelo” poi metteva giù e chiamava ogni quarto d’ora.. Per fortuna avevo un vasto campionario di ragazzi sempre pronti a svuotarsi a qualsiasi ora.

Passavo a prenderla e la portavo a dissetarsi. Si faceva chiavare come una gran vacca. Tutti la puntavano sempre direttamente prima in culo e lei non riusciva a capire per qual motivo. A lei piaceva in culo ma apparteneva a quella categoria, maggioritaria, di donne che preferiscono la fica come prima scelta. Comunque poi voleva assolutamente la sua Cremina, si muoveva per quello, una vera golosa.

Questa cosa delle due di notte me la fece cinque sei volte. Poi magari spariva per ...