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    Data: 02/09/2023, Categorie: Etero Autore: Sofy0000, Fonte: Annunci69

    ... per la prima volta si soffermo' sulla foto allegata di un certo "Antonio Di Brasile".
    
    C'era stato un qualche cosa che l'aveva colpita. Turbata. Forse lo sguardo penetrante di quegli occhi profondi, forse quel viso affascinante molto lontano dalle solite fotografie cui era abituata...
    
    Non se lo spiegava neppure lei.
    
    Ma quella foto e leggere poi la scheda di quel detenuto la destabilizzarono. E tanto.
    
    Si era sentita come magicamente attratta. Come se un'energia sconosciuta la spingesse verso il desiderio di ricevere in carcere al più presto quell'uomo. Di averlo di fronte a se'.
    
    Era curiosa. Fortemente curiosa.
    
    Disse alla segretaria di non voler esser disturbata nella successiva ora.
    
    Aveva bisogno di capire cosa le stesse accadendo.
    
    Riprese quella scheda. Rilesse attentamente tutto ciò che c'era scritto. E più leggeva la storia di questo uomo e più si sentiva attratta.
    
    Era turbata
    
    Non capiva. Stava succedendo tutto troppo velocemente.
    
    Cominciò a sentire una sorta di piacevole eccitazione che si faceva sempre più strada tra le sue gambe così come nella sua testa.
    
    Ad un certo punto senti' una forte spinta interna. Nel basso ventre.
    
    Un desiderio impellente di cazzo. Del suo cazzo.
    
    Di essere invasa e pervasa.
    
    Di essere posseduta in modo totale e profondo.
    
    Lo voleva.
    
    Lo voleva dentro di sé.
    
    Era una necessità.
    
    Essere rimepita di lui, da lui.
    
    Voleva sentire il suo calore.
    
    Il suo pulsare.
    
    Aveva fame di lui.
    
    Si era ...
    ... immaginata associato a quell'uomo un cazzo bello, dalle forme decise e molto marcate. Una lunghezza e una larghezza giuste tanto da far godere a sufficienza lei, che comunque era ben abituata in tal senso.
    
    Lo voleva. Ora. In quel momento.
    
    Ma lui non c'era. E lei pulsava sempre più.
    
    Cominciò a sentire come degli spasmi.
    
    Senti' l'irrefrenabile desiderio di aprire le gambe. Tenerle spalancate.
    
    Seduta sulla sua poltrona alla scrivania.
    
    Si abbassò i pantaloni. Sfilò una gamba.
    
    Si tolse le mutandine color avorio che quel giorno indossava e con la mano destra cominciò a sfiorarsi. Ad accarezzarsi dolcemente dapprima, per poi penetrarsi con le dita della mano alla ricerca di quel piacere che però solamente quel cazzo avrebbe potuto placare.
    
    Prima un dito, poi due. Poi tre. Poi non era sufficiente.
    
    Voleva sentire di più.
    
    Entrò con 4 dita . Fu leggermente meglio...ma il suo ardore non accennava a placarsi.
    
    All'improvviso i suoi occhi videro appoggiato sulla libreria di fronte un fermacarte di ottone dalla forma cilindrica che lei non indugio' a prendere con la mano sinistra e così lo diresse verso di se e in un attimo lo infilò: era molto largo. Molto freddo. Diciamo un supercazzo di ferro!
    
    Iniziò a spingerlo dentro e fuori di sé proprio a simulare ciò che più avrebbe voluto in quel momento.
    
    Si stava accontentando.
    
    Cominciò a soddisfarsi quando sul più bello la segretaria bussò alla porta avvisando che il furgone stava per entrare in cortile e ...