1. Il mio posto – Parte 1 – Ribellione


    Data: 28/08/2023, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Sensazioni Autore: L.C. White, Fonte: RaccontiMilu

    DISCLAIMER: La seguente storia è frutto della fantasia dell’autrice. Tutti i personaggi sono maggiorenni. Ogni riferimento a nomi, luoghi o eventi reali è puramente casuale.
    
    —
    
    Il suono del campanello risuonò nella casa. Infagottata in un abito bianco, con i capelli scuri raccolti in una coda bassa, guardai in cagnesco i miei genitori, accusandoli silenziosamente di obbligarmi ad un’altra interminabile serata con qualche borioso collega di mio padre. La possibilità di scappare e fare serata con i miei amici mi è stata bocciata ancora prima che l’idea mi salisse sulle labbra – Non ti fai mai vedere, esci sempre. Devi crescere, Giulia. Non puoi comportarti come se fossi una bambina – mi aveva apostrofata mamma. E quindi per quella sera addio jeans e maglietta, addio birra al pub e benvenuta noia.
    
    Mia madre aprì la porta e preparai il mio cuore ad un’entusiasmante serata.
    
    -Da quanto tempo non ti vedo, Giulia! Ti sei fatta davvero una bella ragazza!- Quando capii che mi stavano rivolgendo la parola mi concentrai sul mio interlocutore. Un uomo sulla cinquantina, leggermente sovrappeso, con una barbetta ben curata brizzolata. Lo riconosco molto vagamente come una faccia che ho già visto in passato. Sorrisi cortesemente, sicura che il mio disagio fosse palese lontano un miglio.
    
    -Sono Paolo. Ti ricordi?- -Si, certo- mentii -Scusa, ma ho una pessima memoria con i volti-
    
    Il suo sorriso e il suo sguardo languì per un secondo di troppo su di me, lasciandomi una ...
    ... brutta sensazione addosso. La moglie era una donnina bassa bassa, con una massa di capelli biondi e una cappa di profumo floreale intorno a lei. Era anche quella con la voce più squillante e fastidiosa, con una risata che ricordava sgradevolmente una cornacchia.
    
    Ci sedemmo a tavola. Gli argomenti quella sera toccarono vette come mete turistiche estive, migliori qualità di vino e una lunga disquisizione su come i politici siano tutti fondamentalmente dei ladri.
    
    La donna, che a metà serata capii chiamarsi Orietta, cercò più volte di coinvolgermi nella discussione, ma senza successo. Dopo il dolce, lei e mia madre si spostarono sul divano in salotto parlottando di pettegolezzi di amicizie in comune, mentre mio padre e Paolo, con un bicchiere di grappa in mano, continuavano a discutere a tavola. Io, sprofondata sulla sedia e con la palpebra pesante da un mix di noia e sonno, ascoltavo pigramente i loro discorsi.
    
    -Non ci sono storie. Le donne sono geneticamente fatte per restare a casa; tutti questi discorsi che si fanno oggi sono fumo negli occhi- La mia apatia mi impedì di capire come erano arrivati a questo argomento, ma questa frase pronunciata da Paolo mi riscosse. Non sono mai stata attiva in campo sociale o interessate a tematiche simili, ma mi sono sempre considerata femminista e difenditrice della parità dei sessi.
    
    -Prego?- dissi, guardandolo negli occhi. Mio padre assunse un’espressione traducibile in “ecco che ci siamo di nuovo”. Paolo mi guardò leggermente ...
«1234»